Flavia Mazza
da Sergnano (Cremona)
All’alba il far west: l’inseguimento tra le province di Bergamo e Cremona, i banditi in fuga e carabinieri alle loro spalle, la sparatoria. Due rapinatori uccisi, gli altri arrestati. Due carabinieri feriti. Erano le 5.25, la provincia d’Italia stava dormendo ancora. I quattro malviventi, componenti di una banda plurinazionale di immigrati - due albanesi, un marocchino e un kosovaro, di età compresa tra i 22 e i 28 anni - prima avevano rapinato un ambulante e poi, alle 5, due giovani usciti da una discoteca. A bordo di una Bmw grigia (sulla quale verranno poi trovati arnesi da scasso e 22 dosi di cocaina) i quattro affiancano una Ford Ka sulla quale si trovano due giovani, davanti alla discoteca «Prima Stella» di Treviglio (Bergamo). Gli stranieri, tutti clandestini, si fanno consegnare soldi, telefoni cellulari, e l’auto, poi si allontanano verso la provincia di Cremona. La Ford viene subito abbandonata a Camisano, nelle vicinanze, dove verrà ritrovata nel pomeriggio. I due giovani rapinati riescono a leggere il numero di targa della Bmw, e avvertono i carabinieri. Una pattuglia del Nucleo radiomobile di Treviglio con a bordo due militari intercetta di lì a poco l’auto con a bordo tutti e quattro i rapinatori e la ferma.
I quattro, secondo la ricostruzione, vengono fatti scendere e obbligati a tenere le mani sul tetto dell’auto. Uno di loro, uno dei due albanesi, si china nell’abitacolo, prende dal cruscotto una pistola calibro 7,65 e fa fuoco contro i carabinieri. Un proiettile trapassa all’emitorace il maresciallo capo Francesco Ferro, senza gravi conseguenze, e colpisce di striscio l’appuntato Pasquale Busto. Il bandito cerca di sparare ancora, ma la sua pistola si inceppa. A questo punto il maresciallo esplode nove colpi della sua Beretta contro l’albanese, mentre il rapinatore marocchino si sporge a sua volta all’interno della Bmw, forse per afferrare una mazza e difendersi.
Otto colpi raggiungono l’albanese, il nono colpisce il marocchino alla testa, tra gli occhi. Nelle fasi concitate che seguono il conflitto a fuoco, il maresciallo chiama la centrale operativa per chiedere aiuto, mentre l’appuntato tiene sotto il tiro delle armi l’altro albanese e il kosovaro scampati alla sparatoria.
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