Crepe in galleria Vittorio Emanuele. Il gelo cancella 200 giorni di lavoro

Per restaurare il salotto della città erano stati spesi quasi 2 milioni di euro. A un mese e mezzo dall’inaugurazione, la pavimentazione è già da rifare

Crepe in galleria Vittorio Emanuele. Il gelo cancella 200 giorni di lavoro

Va bene che le temperature sono scese sotto lo zero, ma vedere una crepa che si dirama lungo mezza Galleria Vittorio Emanuele fa un certo effetto. Eppure la spaccatura è evidente sia nel tratto a ridosso di piazza Scala sia nel lato che si affaccia su piazza Duomo. Premessa: la scossa di terremoto di qualche giorno fa non c’entra nulla, la causa è imputabile esclusivamente al freddo polare di queste notti.
E pensare che i lavori di restauro del salotto buono di Milano, costati quasi 2 milioni, si sono conclusi meno di un mese e mezzo fa, per la precisione il 21 dicembre. Il Comune era riuscito a restituire alla città il suo gioiellino, giusto in tempo per Natale. E i mosaici erano tornati a brillare, rimessi completamente a lucido. Vedere la pavimentazione chi si spacca così per qualche grado sotto lo zero lascia esterrefatti. I tecnici di Palazzo Marino stanno calcolando l’entità del danno e i tempi per la sua riparazione. Quel che è certo, spiegano all’assessorato al Lavori Pubblici, è che tutte le spese saranno a carico della società che ha effettuato il restauro. Come a dire che la Galleria è ancora «in garanzia».
«Le fessure non destano alcuna preoccupazione - interviene l’assessore ai Lavori pubblici Lucia Castellano -. I nostri tecnici le stanno monitorando attentamente effettuando sia i rilievi strumentali sia quelli termografici per predisporre le soluzioni più opportune». L’assessore tampona il danno: «Non si tratta di un fenomeno nuovo: le fessure si trovano negli stessi punti di quelle esistenti prima del restauro ma sono di gran lunga inferiori». Le crepe nascono dalla mancanza di giunti strutturali: «Sulla pavimentazione - spiegano gli architetti - si scaricano quindi le tensioni superficiali indotte da piccoli movimenti degli edifici, dalla vibrazioni e dalle forti escursioni termiche».
La povera Galleria aveva dovuto penare, eccome, per il restauro: alla fine il Comune aveva tentato l’impossibile con una ristrutturazione durata appena 200 giorni. E la crepa di adesso, ironia della sorte, manda all’aria gran parte delle fatiche.
La superfice restaurata si estende per oltre 10mila metri quadrati: i primi 4mila sistemati prima di maggio e il resto in una corsa contro il tempo conclusa prima di Natale, con la manodopera di 35 artigiani ingaggiati no stop per 24 ore su 24.
Entro il prossimo mese di aprile saranno anche restaurati i portici settentrionali e meridionali. Il cantiere in Galleria era stato un vero evento per i milanesi e per i turisti che potevano ammirare il restauro certosino grazie alle cesate trasparenti e a spiegazioni di ciò che stava avvenendo.

L’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani aveva perfino voluto premiare le maestranze con una targa «dopo aver constatato lo zelo e la passione» dei giovani restauratori. La pavimentazione in Galleria era stata oggetto di manutenzione nel 1908 e poi era stata rovinata dai bombardamenti del ’43. Nel 1966 il Comune aveva rifatto completamente il salotto.

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