Crescencio García Probo

Già sul finire di luglio abbiamo dovuto proporre molti martiri della guerra di Spagna del 1936. Anche questo mese ne vedrà parecchi, e ciò perché il maggior numero dei preti ammazzati dai miliziani rossi si accumulò nei primissimi giorni della guerra civile, scoppiata il 18 luglio. Il martire di oggi, Crescencio García Probo, nacque nel 1903 a Celadas, vicino a Teruel. Poiché rimase prestissimo orfano, fu praticamente cresciuto nell'asilo tenuto dai Terziari Cappuccini, una congregazione che era stata appena fondata dal b. Luís Amigó. Vivendo là dentro, il giovane Crescencio sentì di averne la vocazione e nel 1921 anch'egli vestì l'abito dei Terziari Cappuccini. Dopo gli studi teologici fu consacrato sacerdote nel 1928 dal fondatore a Godella, in diocesi di Valencia. La comunità religiosa che aveva scelto era dedita principalmente all'insegnamento, e a lui toccò la parte più delicata di esso: i correzionali. Verso i trentatrè anni fu assegnato al riformatorio «Nuestra Señora de Covadonga», nelle Asturie. Agli inizi del 1936 venne trasferito in quello detto «Carbanchel Bajo», a Madrid. Qui lo trovò lo scoppio della guerra. Iniziata la caccia al prete, padre Probo trovò rifugio presso una modesta pensione, dove si faceva passare per studente universitario. Ma un giorno la polizia lo fermò per strada e, trovatolo privo di documenti, lo arrestò. Venne tenuto in stato di fermo nel carcere di Ventas fino al giorno in cui arrivò l'ordine governativo di consegnare alla polizia segreta una lista nominativa di prigionieri, tra i quali c'era anche lui.

Tutti assassinati.

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