Milano - Nuova consistente riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra e della Banca centrale europea. Così, mentre l'istituto di Francoforte taglia i tassi di interesse di 75 punti base, portandoli dal 3,25% al 2,50% (ossia al minimo da maggio 2006), la Boe dà una sforbiciata di un intero punto percentuale in meno con cui i livello di riferimento del costo del danaro scende al 2% sulla sterlina. Un’altra manovra aggressiva da parte della politica monetaria europea per un’economia che appare sempre più compromessa dalla crisi globale e dal crollo del suo mercato immobiliare. "Alla fine della crisi, l’Argentina saranno gli altri - ha commentato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti - l’Italia ha in sè elementi di grandissima forza".Quindi l'invito ai cittadini: "Comprate Bot e Cct"
Taglio record della Bce Taglio da record sui tassi d’interesse della Bce: il principale livello di riferimento sul costo del danaro scende di 0,75 punti al 2,50 per cento. È quanto ha deciso il Consiglio direttivo della Banca centrale europea nella riunione tenuta oggi a Bruxelles. Una mossa superiore alle attese più accreditate tra gli analisti, che indicavano un taglio di 0,50 punti, anche se alcuni non escludevano un intervento più deciso. A partire dal 10 dicembre nell’area euro il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento scende al 2,50 per cento, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale calano, rispettivamente, al 3% e al 2%. "La decisione della Bce va nella direzione giusta ed ha portato il tasso ad un livello che comincia ad essere ragionevole", ha commentato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti,
Trichet: "Rischi ulteriori nella crescita" "Il livello di incertezza in questa fase resta eccezionalmente elevato", ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, spiegando che esistono rischi al ribasso per la crescita dell’economia di Eurolandia. Secondo le proiezioni della Bce, il pil 2008 si attesterà tra lo 0,8% e l’1,2%, nel 2009 tra -1,0% e 0,0%, nel 2010 tra lo 0,5% e l’1,5%. Tuttavia, gli uffici di Francoforte si aspettano un ulteriore calo dell’inflazione di Eurolandia nei prossimi mesi. Secondo le proiezioni della Bce, infatti, il tasso di inflazione di Eurolandia si attesterà nel 2008 tra il 3,2% eil 3,4%. Nel 2009 si scenderà tra l’1,1% e l’1,7%. Nel 2010 un nuovo lieve rialzo tra l’1,5% e il 2,1%.
In Inghilterra tassi mai così bassi dal '51 Con la decisione annunciata oggi dalla Banca d’Inghilterra di tagliare i tassi di interesse al 2%, il costo del denaro nel Regno Unito scende al livello più basso dal 1951. La manovra della banca Centrale britannica era ampiamente prevista dal mercato. L’istituto centrale ha sottolineato che le condizioni del mercato monetario e del credito sono estremamente difficili e di ritenere improbabile il ritorno a una normale attività del credito senza un intervento. Quanto all’inflazione, la Boe prevede un ulteriore raffreddamento alla luce delle minori pressioni sui costi e di una dinamica salariale sotto controllo.
Il taglio di Stoccolma Già in mattinata la banca centrale di Stoccolma ha annunciato una riduzione di ben 1,75 punti nel proprio tasso repo al 2% segnalando che tale tasso dovrebbe restare a tale livello anche per il 2009. Alla base della decisione la banca centrale svedese, in un comunicato ufficiale, rileva che "da ottobre si è verificato in modo imprevisto un chiaro e rapido deterioramento dell’attività economica, che dovrebbe indebolirsi ancora. Alcuni indicatori economici si trovano a livelli storicamente bassi. E allo stesso tempo la crisi dei mercati finanziari sta proseguendo malgrado le vigorose misure che sono state intraprese nel mondo".
Il piano di Sarkozy Ha scelto una fabbrica della Renault nel nord della Francia a Douai, il presidente francese Nicolas Sarkozy, per annunciare un vasto piano di rilancio dell’economia: Sarkozy ha citato un programma da 26 miliardi di euro che comprende 10,5 miliardi di investimenti pubblici, aiuti alle imprese e aiuti al settore automobile. "La risposta alla crisi è uno sforzo di investimenti massicci", ha spiegato Sarkozy sottolineando come l’obbiettivo sia "colmare i deficit di competitività accumulatisi negli ultimi trent’anni"; l’applicazione del piano sarà seguita da un Ministro competente, ha detto il Presidente senza fornire ulteriori dettagli. Il piano prevede un aumento di 200 euro per l’Assegno di solidarietà sociale (Rsa), che riguarda 3,8 milioni di famiglie, per un totale di 760 milioni di euro: "Sarebbe moralmente scandaloso rassegnarsi, senza fare nulla, a vedere coloro che già soffrono quando vi è crescita economica soffrano ancora di più quando la cresciuta è assente: è una questione di solidarietà e giustizia". L’assegno di solidarietà sociale consente ai beneficiari dei sussidi sociali (assegno di disoccupazione, l’Rmi, o il sussidio ai genitori single, Api) di ottenere un reddito maggiore quando riprendono un’attività retribuita, e consente ai lavoratori con salario minimo di arrivare a un certo livello di reddito. Lo Stato acquisterà inoltre 100mila alloggi a basso prezzo nei prossimi due anni e il raddoppio dei prestiti a tasso zero per l’acquisto di un nuovo immobile: il costo totale stimato è di circa 600 milioni di euro. Incentivi statali fino a mille euro anche per gli acquisti di autoveicoli nuovi e poco inquinanti (meno di 160 g/km de Co2), per un costo stimato di 220 milioni di euro; il piano prevede anche delle misure di sostegno alle finanziarie delle due principali case costruttrici, Renault e Psa, sotto forma di un prestito in due rate di 500 milioni di euro a un tasso dell’8%; infine, stato e case automobilistiche contribuiranno a un fondo di investimento del settore. Le piccole imprese con meno di dieci dipendenti (circa 2,7 milioni) saranno esentate dagli oneri fiscali derivanti dalle spese sostenute per l’assunzione di nuovi dipendenti, purché pagati fino a 1,6 volte il salario minimo (Smic): il costo totale stimato è di circa 700mila euro.
Le social card in Italia In 36 ore dall’attivazione 60 mila persone hanno già la social card "con cui possono fare acquisti". Lo afferma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nel corso della trasmissione Porta a Porta sottolineando la consapevolezza dell'utilità che avrà la carta per le persone. Il numero uno di via XX Settembre ricorda poi che la base di calcolo utilizzata per la social card sono gli indicatori Isee, "un metodo un pò complicato di cui quasi ci scusiamo. Ma non c’erano mezzi diversi". Tremonti spiega, poi, che la carta potrà essere ritirata e utilizzata anche dai famigliari. Secondo il ministro la platea complessiva dei beneficiari dovrebbe essere di circa 1,3 milioni. Il fatto che la carta sociale sia già stata richiesta da 60mila persone indica "il gradimento altissimo. Il ministro sottolinea poi che questo è un esperimento". "I dati che vengono fuori dicono che è buono - conclude il ministro - andando avanti semplificheremo e dialogheremo con una realtà che dal centro non conosciamo".
L'appello di Berlusconi ai media "Dobbiamo propagare fiducia, perché tutto dipende dai consumatori. Anche i media ci diano una mano, senza cantare la filastrocca del pessimismo. Se i consumatori non cambieranno abitudini, la crisi sarà di poco conto. Altrimenti ci sarà un circolo vizioso e le cose potrebbero peggiorare". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, spiega che, "se i cittadini non subiranno l’influsso di questa filastrocca dei media e della sinistra, di questa canzone continua dei media su questa crisi terribile, riusciremo ad evitare che queste difficoltà entrino in circolo vizioso". E avverte: "Il nostro scopo è fare in modo che si aiutino i consumi".
Eurostat: recessione tecnica Nel terzo trimestre dell’anno, il pil del’area euro è sceso dello 0,2% come anche quello dell’insieme dell’Unione europea. Secondo le prime stime pubblicate oggi da Eurostat, e corrette dalla variazioni stagionali, su base annua c’è stato un aumento rispettivamente dello 0,6 e dello 0,8%. Si confermano i segnali di crisi: su base mensile si registra infatti un peggioramento nell’Ue rispetto al secondo trimestre quando il pil era rimasto stabile, mentre su base annua, c’era ancora una crescita dell’1,4 e dell’1,7%. L’Italia si colloca al di sotto della media con un calo dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% su base annua. Nel secondo trimestre gli stessi valori erano rispettivamente a - 0,4 ed e - 0,2%.
La situazione in Europa è in ogni caso peggiore di quella registrata negli Stati Uniti e nel Giappone, con un calo dello 0,1% in entrambi, dopo un + 0,7% negli Usa ed un -0,9% in Giappone per il secondo trimestre. Su base annua, il pil è aumentato negli Usa dello 0,7%, dopo un +2,1% nel secondo e in Giappone è rimasto fermo dopo un aumento dello 0,7% nel secondo trimestre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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