Milano - E' iniziato male dicembre per le Borse europee, che hanno accusato tutte ribassi tra il 5 e il 6%, sui rinnovati timori per l’andamento dell’economia mondiale. A Milano il Mibtel ha registrato una flessione del 5,36% e l’S&P/Mib del 6,25%. Francoforte perde il 6,1%. In forte affanno anche Parigi (-5,39%) e Londra (-4,92%). Giornata nera, l’ennesima, per le Borse europee che, nella seduta odierna, hanno mandato in fumo 307 miliardi di euro. Questo il saldo di oggi per i mercati del Vecchio Continente che hanno visto l’indice paneuropeo DjStoxx 600 accusare un ribasso del 6,33 per cento. La piazza di Milano ha bruciato 21,2 miliardi di euro.
Ribassi a piazza Affari Nuovo lunedì nero per le Borse: piazza Affari non fa eccezione e il Mibtel chiude a -5,36%, una delle performance peggiori del periodo. Tutti i listini europei hanno perso terreno e il ribasso si è accentuato nel pomeriggio quanto Wall Street ha aperto in netto calo: le preoccupazioni per la situazione economica generale non si attenuano e il dato Usa odierno, l’indice Ism del settore manifatturiero che ha toccato il minimo da 26 anni, ha dato un’ulteriore botta ai listini internazionali. Penalizzati dalle vendite anche in piazza Affari sono soprattutto i titoli bancari ma anche gli energetici, colpiti dal nuovo ribasso del petrolio, le costruzioni e gli industriali in generale. In calo anche Telecom Italia alla vigilia del Cda sul piano industriale. Pochissime le eccezioni sul listino principale: Geox e Luxottica.
Napolitano: "No ai tagli generalizzati" "Scegliendo di
tagliare in modo più o meno uguale tutte le voci di spesa,
produce la conseguenza di cristallizzare le peggiori tendenze
che si sono sedimentate nella spesa pubblica e nel bilancio
dello Stato. Lascia invariata la nostra posizione rispetto a
Paesi nostri concorrenti", ha detto il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano visitando il Centro di ricerca
Elasis del gruppo Fiat. "La ricerca è un tema che mi è caro. Io devo cercare
sempre di interpretare - ha detto Napolitano - esigenze generali
del Paese e istanze fondamentali di ulteriore sviluppo. Quindi
non posso non avere fra i miei temi prioritari quello della
ricerca, per il futuro del Paese e dei giovani. Credo che,
effettivamente, ci sia un problema serio. Io mi occupo più che
degli investimenti privati degli investimenti pubblici per la
ricerca. La situazione è critica. Non si riesce ancora, dopo
tanti anni a elevare la percentuale di spesa rispetto al Pil,
costretti come siamo a fare i conti anche con uno stock di
debito pubblico così pesante, che ci trasciniamo da anni".
Prima di sottolineare, come ha fatto altre volte, l’esigenza
di procedere a tagli selettivi, che facciano vivere nella
politica di governo le priorità, Napolitano ha detto che queste
considerazioni non valgono solo per il governo in carica, ma in
generale per tutti i governi che sono succeduti. "Al di la dei
singoli governi - ha affermato - c’è una costante nella scelta
di tagliare in modo più o meno uguale" le voci del bilancio
pubblico. E l’effetto, ha spiegato, è quello di non scegliere
ma di perpetuare "le peggiori tendenze" che storicamente si
sono consolidate nei nostri bilanci. "È un problema molto serio - ha concluso il capo dello
Stato - cu cui devono impegnarsi le classi dirigenti, i governi,
il Parlamento del nostro Paese".
Napolitano ha fatto questo considerazioni in un intervento
fuori programma a braccio.
"Non dimenticare il mezzogiorno" Nell’affrontare la "grave e delicatissima crisi
finanziaria e la incombente recessione" non si può dimenticare il Mezzogiorno.
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