Si ricomincia. Come?
«La nautica esce colpita da quello che è successo negli ultimi due anni. La crisi mondiale ha toccato duramente un settore lanciatissimo. Ma proprio la crisi ci restituisce una nautica più umana: sono cambiate le misure, le stesse aziende, sono cambiate le ambizioni dei manager. Ci presentiamo al via con una veste più consona, riprendendo il filone che ha fatto la fortuna della nautica: grande passione, dei costruttori e degli armatori. Passione sopraffatta dalla voglia di protagonismo. Quindi affrontiamo i saloni in maniera più razionale. Le aziende, quelle che ce lhanno fatta - purtroppo qualcuno ha dovuto arrendersi - si ritroveranno più consapevoli della nuova realtà e, dal mio punto di vista, anche più forti di prima».
Un agosto vivace...
«Sì, ho visto un agosto diverso dai mesi precedenti, molto attivo, di buon auspicio per Cannes, uno dei saloni più importanti, con un vantaggio su Genova: si svolge in una località più internazionale, ancora nel pieno della stagione estiva. Sarà anche il salone in cui tutti quanti ci misureremo la febbre... Aspettando i clienti. La crisi ci ha cambiati, sfruttiamo la crisi».
Ottimismo nonostante tutto?
«Sì, certo, ma cauto. Con la consapevolezza di essere più che mai vivi e positivi. Però mi lasci aggiungere una personale opinione: è ridicolo che lazienda Italia demonizzi un settore che dà lustro al made in Italy. Solo i masochisti si comportano in questo modo. Le istituzioni facciano in pieno il loro dovere. Però le navi sono registrare anche da settembre a maggio...».
Chiaro! Altri buoni propositi?
«Affrontare i problemi uniti, con sana collaborazione e sana concorrenza. Anche noi abbiamo le nostre colpe, non possiamo addossarle sempre agli altri... Torniamo a essere umili e meno antipatici».
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