Economia

Crisi, Confcommercio: "La svolta è a rischio" L'Ue: "Crescita bassa"

Il peggio è stato evitato, ma la Confcommercio avverte che "la svolta sarà insidiosa". A fine anno 20mila negozi in meno: persi 108mila posti di lavoro. E Bruxelles: "La bassa crescita creerà maggiori difficoltà"

Crisi, Confcommercio: 
"La svolta è a rischio" 
L'Ue: "Crescita bassa"

Milano - La Commissione europea ha confermato la scadenza del 2012 fissata per l’Italia per riportare il deficit di bilancio al di sotto del 3% del Pil previsto dal parametro di Maastricht. Via libera anche alla finanziaria triennale, con il commissario agli Affari economici, Joaquin Almunia, pronto a riconoscere che la situazione italiana non peggiora come quella di altri, sebbene "la bassa crescita economica potenziale creerà maggiori difficoltà in futuro". A confermare le preoccupazioni di Bruxelles è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: "Oltre 50mila esercizi al dettaglio hanno già chiuso nei primi nove mesi del 2009 e a fine anno si prevede un saldo negativo tra aperture e chiusure di circa 20mila unità".

La crescita a rischio In linea generale, comunque la Commissione "ritiene che il 2012 sia un termine appropriato, visto il rapporto debito Pil molto elevato ed i relativi pagamenti di interessi. Essa raccomanda che il governo attui le misure di bilancio nel 2010 come previsto dal 'pacchetto fiscale triennale' confermato dal Dpef 2010-13 e assicuri un aggiustamento di bilancio strutturale annuale medio di messo punto percentuale nel periodo 2010-12. Il debito italiano dovrebbe raggiungere il 115% del pil nel 2009". A questo proposito, rispondendo alle domande dei giornalisti in sala stampa, il commissario europeo all’economia Joaquin Almunia ha osservato che quello italiano è "uno dei debiti più elevati insieme quello della Grecia". Ma ha anche fatto notare che "nelle nostre proiezioni la situazione italiana non peggiora come quello degli altri paesi e il deficit di bilancio è al di sotto della media europea, e la correzione è moderata e tra le più piccole".

La crisi morde il commercio Secondo una ricerca dell’ufficio studi di Confcommercio, la previsione per il settore del commercio a fine 2009 è di 108mila posti lavoro in meno. Secondo le elaborazioni e le stime dell’ufficio studi di Confcommercio le ore di cassa integrazione guadagni da gennaio a settembre sono aumentate del 330% su base tendenziale. "Il numero di ore concesse nei primi nove mesi del 2009 - spiega Confcommercio - equivale all’ammontare concesso nell’ultimo triennio". "Oggi possiamo dire con ragionevole fiducia che non solo la grande depressione è stata evitata, ma anche che siamo prossimi al giro di boa, alla conclusione, cioè, della recessione e alla ripartenza dell’economia", ha detto Sangalli facendo, però, notare che "la coda della crisi è particolarmente insidiosa per l’economia reale: in particolare, per le ricadute sull’occupazione e per il rapporto tra le imprese e le banche".

E ha aggiunto: "Il fatto che nel 2010 potrà considerarsi tecnicamente conclusa la fase di recessione, non significa in alcun modo che, tanto su scala globale quanto in riferimento a specifici andamenti dell’economia italiana, si registrerà uno scenario di crescita stabile e vigoroso".

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