Crisi diplomatica fra Israele e Vaticano

Città del Vaticano - Si è aperta una crisi nei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Israele. Con un breve comunicato diffuso oggi dalla Sala stampa della Santa Sede, il vaticano esprime il proprio "rammarico" per il rinvio da parte israeliana della riunione plenaria della Commissione bilaterale permanente di lavoro fra la Santa Sede e lo Stato di Israele che si sarebbe dovuta tenere domani per trattare alcune questioni relative ai negoziati in corso fra le due parti.

La Delegazione dello Stato di Israele avrebbe dovuto partecipare alla riunione, dopo 5 anni di rinvii, per arrivare alla firma di un "trattato globale su tutte le questioni di tasse e proprietà attualmente pendenti, per dare alla Chiesa cattolica, in Israele, sicurezza giuridica e fiscale. AsiaNews, agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, ricorda in proposito che "la Chiesa Cattolica desidera veder riconfermate le storiche esenzioni fiscali, che aveva già acquisito nel 1948, al momento della creazione dello Stato di Israele e attende la restituzione di proprietà ecclesiastiche confiscate - per esempio, la chiesa-santuario di Cesarea, confiscata negli anni '50 e successivamente rasa al suolo. Nella Chiesa in Israele - sottolinea la fonte - c'era molta attesa per l'esito di questo incontro disdetto in modo repentino da Israele, e la previsione della prima sessione 'plenarià dei negoziati dopo cinque anni, aveva suscitato un cauto ottimismo, ora sostituito per l'ennesima volta dalla delusione".

La stessa AsiaNews ricorda che nel 1993 la Santa Sede aveva deciso di procedere alla firma dell'Accordo fondamentale con lo Stato di Israele, e di allacciare con esso, pochi mesi dopo, i pieni rapporti diplomatici, "anche mentre si affidavano a negoziati e accordi successivi materie di importanza decisiva.

Si trattò - commenta da parte sua il giurista francescano padre Davide Jaeger - di una decisione coraggiosa e generosa del Servo di Dio Giovanni Paolo II, e io, da parte mia, continuo a pregare e a sperare che si dimostri che davvero Egli aveva ragione".

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