Dalla crisi di domanda alla stretta sul credito: ecco i peggiori rischi per le imprese
10 Giugno 2010 - 18:15Indagine dei Giovani Imprenditori e di Allianz sul sistema produttivo e la gestione dell'incertezza. Blocco o ritardi nei pagamenti e credit crunch colpiscono di più i piccoli imprenditori e i giovani, che scontano una minore reputazione sul mercato. Aziende italiane sempre sotto-assicurate
Blocco o ritardi nei pagamenti, stretta sul credito e crisi di domanda. Sono questi i principali ostacoli che le imprese italiane si sono trovate ad affrontare in tempi di crisi. E che ne hanno messo in gioco non soltanto lo sviluppo, ma talvolta persino la sopravvivenza, in particolare per le piccole e medie imprese. Come intervenire? Ecco la proposta messa a punto dai Giovani Imprenditori di Confindustria. «Nello scenario del dopo crisi - spiega la presidente Federica Guidi - abbiamo voluto capire come sia cambiata la mappa dei rischi. Abbiamo analizzato gli strumenti di gestione utilizzati dalle nostre imprese e soprattutto indagato su quali supporti manageriali si possono sviluppare per prepararle al meglio alla ripresa economica».
Su questa sfida si è sviluppato il progetto «Afferrare il futuro», ideato dai Giovani Imprenditori di Confindustria e dal gruppo Allianz; lo studio, che sarà presentato domani all'assise di Santa Margherita Ligure, nasce infatti dalla consapevolezza che trasformare i rischi in opportunità può essere uno stimolo alla crescita e a far sì che il «dopo» cominci prima possibile. Realizzato con i contributi della società di ricerca e consulenza Demos, dell'Università Ca'Foscari di Venezia e del Centro Studi Confindustria, ha riguardato l'importanza di conoscere i rischi e le tecniche di previsione e controllo.
Con la tecnica dei focus group territoriali, sono stati dapprima coinvolti 60 associati al Movimento dei Giovani Imprenditori, quindi è stata realizzata un'indagine demoscopica tra più di 760 aziende rappresentative del sistema industriale italiano: per il 43% del settore manifatturiero, per il 29,4% della meccanica, per il 19,3% dei servizi e per l'8,3% delle costruzioni; la dimensione media del campione è di 119 addetti e un fatturato di 19,8 milioni di euro.
La percezione che l'insieme dei rischi sia aumentato e vada gestito in modo manageriale è risultata in crescita. Tuttavia, sono ancora poche le imprese che utilizzano strumenti sofisticati di previsione, valutazione e controllo. Nella maggior parte dei casi, le reazioni sono a posteriori, quando è più difficile mettere a punto strategie di copertura o di valorizzazione dei rischi efficaci. L'indagine infatti ha evidenziato che meno di un terzo delle imprese ha affrontato i rischi del 2009 e del 2010 con un dispositivo appropriato.
Tecniche più sofisticate di trasformazione dei rischi in opportunità possono essere sviluppate, in tutti i settori del sistema industriale italiano. Per essere trasformati in opportunità (o coperti in modo adeguato) i rischi devono essere considerati un fattore della produzione e rielaborati attraverso l'impiego di tecniche sofisticate e personale adeguato.
Nel 2009 l'impatto dei rischi sul nostro sistema produttivo è stato particolarmente forte, sia pure con alcune differenze tra settori e tipologie di impresa. I provvedimenti assunti a livello di singola azienda e di sistema non sono stati in grado di attutire gli effetti negativi della crisi internazionale.
Ecco la graduatoria dei principali rischi economici e finanziari emersi nel 2009 e nei primi mesi del 2010: 37% ritardi nei pagamenti o addirittura il blocco dei crediti verso i clienti; 19,9% blocco delle linee di credito, aumento dei costi del capitale e di finanziamento; 16,1% blocco o cancellazione degli ordini e altri problemi derivanti dalla riduzione del mercato e della domanda; 7,2% difficoltà nel rapporto con i mercati esteri; 6,2% criticità derivanti dalla modifica delle normative; 5,7% problemi di concorrenza sleale o di sicurezza interna; 4,3% difficoltà con i fornitori (inclusi incrementi delle materie prime o difficoltà di approvvigionamento).
Guardando ai rischi più critici per il 2010, gli imprenditori hanno modificato la scala delle priorità. Al primo posto, l'allarme per il calo della domanda e gli altri rischi connessi alla crisi: per il 42,1% delle imprese, questo è il rischio principale del 2010. Rimane alta, ma in calo l'importanza dei rischi legati ai pagamenti. È risultata meno forte anche la preoccupazione legata alla stretta sul credito. L'impatto è più forte per gli imprenditori piccoli e tra i giovani, che scontano una più bassa reputazione sul mercato.
I risultati dell'indagine sono stati confrontati con l'esperienza di altri quattro Paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna) e il raffronto europeo ha evidenziato molte analogie e alcune differenze: la più significativa, l'emergere del rischio reputazionale tra i fattori di maggiore preoccupazione in Francia, come in Germania e in Spagna.
La percezione dei rischi è relativamente simile nei diversi settori, territori e tipologie d'impresa. Esiste invece una varietà di situazioni di minore o maggiore esposizione equamente distribuita. La chiave di successo più promettente in un quadro così articolato e in continua evoluzione è legata alla flessibilità, o meglio alla reattività organizzativa dell'impresa. Ed è su questo aspetto che vi sono spazi di miglioramento: il 15% degli imprenditori ha detto di non conoscere i rischi rilevanti per il successo dell'impresa e meno del 33% ha affrontato l'analisi e la gestione dei rischi con strumenti adeguati. L'indagine sottolinea che non c'è una formula organizzativa che favorisce una volta per tutte la gestione ottimale o una copertura dei rischi a costi adeguati. Vanno piuttosto elaborate soluzioni specifiche che, grazie alla corretta valutazione, previsione e trasformazione dei rischi, si traducono in pacchetti di provvedimenti particolari per ciascuna azienda, modulati a seconda delle caratteristiche dell'impresa e fruibili anche dai partner esterni.
In questo contesto, il progetto dei Giovani Imprenditori di Confindustria e di Allianz vuole essere un contributo concreto che porterà alla definizione di uno strumentario per la gestione dei rischi d'impresa.
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