Economia

Crisi economica: Scajola contro la Marcegaglia "Non è possibile diffondere solo pessimismo"

Il presidente di Confindustria propone di aiutare le aziende in difficoltà dirottando loro i flussi del Tfr. Intanto Confcommercio rivede al ribasso le stime di crescita per il 2009. Allarme di Sangalli: "Crisi più acuta del previsto". Scajola: Confindustria diffonde pessimismo

Crisi economica: Scajola contro la Marcegaglia 
"Non è possibile diffondere solo pessimismo"

Roma - Tra le strategie per fronteggiare la crisi "si potrebbe arrivare alla decisione che per un anno i flussi di Tfr non vadano all’Inps, ma vengano tenuti all’interno delle imprese". Oppure i flussi del Tfr potrebbero servire a "creare un fondo di garanzia che aiuti il sistema del credito alle piccole e medie imprese". È una delle proposte lanciate dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per superare la crisi economica in Italia. Il leader degli Industriali l'ha proposto incontrando i giornalisti a Foggia dopo una riunione con gli imprenditori locali.

Il pil procapite arretrerà nel 2009 Si dovrebbe arrivare ai livelli di dieci anni fa. E' la preoccupazione della Confcommercio che rivede al ribasso le stime di crescita per il 2009. Nella sua indagine, presentata in occasione dell’Outlook sui consumi, la Confcommercio evidenzia che quest’anno a causa della contrazione del pil al -1,8%, i consumi degli italiani torneranno ai livelli del 1999, poco sopra i 12mila e 200 euro pro capite reali, al netto dell’inflazione. Il pil procapite invece si porterà poco sotto i 21mila euro, gli stessi livelli toccati nel 1999. Tuttavia, per quanto riguarda le procedure per deficit eccessivo nei confronti del Belpaese il commissario Ue, Joaquin Almunia, ha fatto sapere che l'Unione europea "preferisce aspettare a causa della grande incertezza sull’evoluzione dell’economia".

Riviste le stime della Confcommercio Nel 2009 il pil italiano calerà dell’1,8%. "Due mesi fa evidenziavamo - ha spiegato il direttore dell’ufficio studi, Mariano Bella - la dipendenza della dinamica dei consumi e del pil nel 2009 dall’andamento dell’occupazione; oggi quelle previsioni sono passate all’8,3%-8,6%, con una disoccupazione che passa da 1,6 milioni circa del 2008 a 2,8 milioni nel 2009. Prevediamo un calo del pil dell’1,8% con una forbice che va dal -1,2% al -2,9%". Bella ha aggiunto che "la previsione considera positivamente la manovra del governo che ha inciso per 2 decimi di punto di pil. Ma ovviamente occorre sostenere questa speranza che emerge da parte delle famiglie per affrontare la crisi". Difatti secondo l’analisi presentata da Censis e da Confcommercio, ha precisato il direttore del Censis, Giuseppe Roma "in una fase in cui la crisi mostra segnali di peggioramento, poco più della metà delle famiglie guarda al futuro con ottimismo, mentre il 30% si dichiara ancora pessimista. E se il 42% del campione ha mantenuto lo stesso livello di consumi negli ultimi 6 mesi, per quasi il 44% la spesa ha subito un incremento, spesso dovuto soprattutto agli aumenti relativi alle tariffe delle utenze domestiche". Secondo lo studio che ha valutato anche il 'sentiment' delle famiglie siamo di fronte ad una "sostanziale prudenza" visto che il 43% del campione sostiene che il modo migliore per affrontare la crisi "è quello di risparmiare di più" mentre il 22% ha intenzione di ridurre i consumi. Insomma, crisi e incertezza "sono reali e diffuse" ma esiste "un capitale fiduciario privato che non dev’essere disperso ma, anzi, opportunamente sviluppato perché, forse, è proprio da questo capitale che si potrà ripartire per costruire una strategia di ripresa per la nostra economia".

La percezione della crisi Il saldo tra ottimisti e pessimisti si posiziona a gennaio del 2009 agli stessi livelli dei primi mesi del 2007, quando ci fu l’illusione di una ripresa solida e duratura. I più ottimisti sono i giovani e le famiglie con reddito elevato, mentre la quota di ottimisti scende tra chi guadagna "non più di mille euro al mese e fino ai duemila", a dimostrazione - ha spiegato il direttore del Censis, Giuseppe Roma - che "occorre una forte iniziativa a sostegno delle fasce più deboli con bonus o altre soluzioni". La ricerca precisa anche che "forte e diffusa è la percezione della crisi, ma il paese reagisce riorganizzando i propri comportamenti di consumo, attendendo forse un ulteriore peggioramento della congiuntura economica, senza tuttavia scivolare in un pessimismo grave". Anzi qualche importante segnale della presenza "di un capitale fiduciario c’è, ma è più alimentato dalla reazione privata piuttosto che dai segnali di intervento pubblico. Ma pare cospicuo anche se sulla sua solidità e sulla possibilità che si traduca in effettivi comportamenti di spesa restano molti dubbi". Raramente, aggiunge lo studio, "si percepisce un senso diffuso di smarrimento. Vi è piuttosto la volontà di rimuovere dal vissuto quotidiano tutto ciò che fa parte della crisi o la ferma determinazione a guardare oltre, ad attendere che lo scivolamento verso il basso termini presto".

Sangalli: "Crisi più acuta del previsto" "Il quadro congiunturale ha avuto un ulteriore peggioramento, sarà una crisi più lunga e più acuta di quanto previsto e il settore del commercio è in grande difficoltà", ha detto il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli presentando l’Outlook sui consumi e commentando l’attuale fase economica. "Due famiglie su tre - ha continuato nella sua analisi il presidente di Confcommercio - hanno un atteggiamento molto prudente, perchè risparmiano e consumano di meno. Di fronte a questo quadro vi è la necessità di provvedimenti coraggiosi perchè c’è una presenza di famiglie che ha fiducia". Secondo Sangalli "bisogna fare subito qualcosa di concreto in particolare su più versanti: investimenti, facilitazione dell’accesso al credito, sostegno ai consumi, potenziare le infrastrutture". Per il presidente di Confcommercio occorre utilizzare la leva fiscale con un "esteso ricorso ai bonus e al credito d’imposta". In questo senso per la Confcommercio potrebbe essere utile l’utilizzo del meccanismo della "rottamazione" non solo per l’auto ma anche per altri segmenti produttivi in quanto questo favorirebbe sia i consumi sia la produzione.

Scajola a Confindustria: "Basta corvi" "Confindustria diffonde pessimismo con previsioni economiche più nere rispetto a quelle diffuse dagli istituti internazionali", ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, intervenendo ad un convegno della Fim-Cisl. Per il ministro "i centri studi nazionali si compiacciono di diffondere il pessimismo, rivedendo sistematicamente al ribasso di mezzo punto percentuale le stime effettuate dagli istituti internazionali". E ancora: "Finiamola con questi corvi che passano per strada. Sono perplesso per gli scenari diffusi da Confindustria ogni volta che escono valutazioni di organismi internazionali tipo Ocse o Fmi.

Vedo sempre posizioni dure di Confindustria".

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