Roma - Salirà quasi certamente fino a 1.000 euro il bonus massimo per le famiglie, ma anche il contributo minimo passa a 200 euro dai 150 finora previsti. Diventa più ampia anche la platea dei beneficiari: il tetto di reddito, fino a ieri fermo sui 20 mila euro annui, salirà a 22 mila. Il costo del bonus natalizio sarebbe pari a circa 2,3 miliardi di euro.
Si allarga dunque l’intervento a favore di famiglie e imprese che sarà approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Al posto della detassazione delle tredicesime - troppo onerosa - si aumenta il bonus. Secondo le ipotesi della vigilia, gli scaglioni di reddito delle famiglie a cui ancorare l’entità del bonus sono tre: 17 mila, 20 mila e 22 mila euro l’anno. L’importo varia anche a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare: più sono i figli, più sale il bonus. Nella fascia più bisognosa, quella fino a 17mila euro, la coppia senza figli avrebbe 300 euro, che salgono fino a mille in caso di famiglia composta da cinque o più persone. Gli anziani soli, con reddito fino a 15mila euro, sono compresi fra i beneficiari e avranno 200 euro. Dal bonus verrebbero invece esclusi i titolari di partita Iva e di redditi fondiari oltre i 2.500 euro. L’assegno arriverà direttamente a casa per Natale.
Non è questa sul bonus natalizio l’unica novità che emerge da un vertice ministeriale che si è riunito per tre ore, nel pomeriggio di ieri, a palazzo Chigi; una riunione «molto costruttiva», come ha detto Giulio Tremonti, in cui si è fatto il punto dei provvedimenti anticrisi. Sembra che, in extremis, sia ritornato nel menù il taglio di 3 punti (dal 99 al 96%) dell’acconto Irpef che si deve pagare entro l’1 dicembre (il recupero avverrà con l’autotassazione di giugno). Confermato invece l’analogo taglio dell’acconto Ires (dal 100% al 97) e quello dell’Irap (parte dell’imposta regionale sarà deducibile dall’Ires). Dovrebbe anche giungere l’Iva di cassa, dopo il via libera europeo e la proroga della detassazione dei premi aziendali di produttività. Un’altra novità riguarderebbe la riduzione del prezzo dei farmaci generici, a partire dal 1º gennaio. Ma Vasco Errani, presidente della Conferenza delle regioni, dice che la norma è stata stralciata.
Un secondo capitolo «forte» è quello degli ammortizzatori sociali che da solo assorbe 1,2 miliardi di euro. Gli ammortizzatori - cassa integrazione e quant’altro - saranno estesi anche ai lavoratori atipici che rischiano di essere i primi a pagare il prezzo della recessione. Per alcune figure, tipo i co.co.pro., la cassa arriverebbe in forma di una tantum. Alle imprese, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi chiede di non licenziare subito e annuncia che nel 2009 saranno rivisti gli studi di settore. Confermato fino ad aprile il congelamento delle tariffe autostradali: «Costerà 30-40 milioni, ma se il blocco non supera i 4 mesi, siamo d’accordo», commenta il presidente Aiscat, Fabrizio Palenzona. Quanto al capitolo bancario, cioè il rafforzamento patrimoniale dei principali istituti con l’aiuto del Tesoro, è anche possibile che possa esservi un rinvio; ma resterebbe l’intervento sul rateo dei mutui.
Incontrando Regioni ed Enti locali a palazzo Chigi, Tremonti conferma che il governo intende rendere più rapido l’iter per realizzare le infrastrutture, facendo ricorso al silenzio-assenso. La prossima settimana il Cipe deciderà la ripartizione di 16,6 miliardi di fondi europei per le aree sottoutilizzate (solo quelli statali, non quelli regionali) e il project financing. «Bisogna concentrare le risorse sugli obiettivi Ue - spiega il ministro dell’Economia -, le infrastrutture grandi e piccole, la formazione e il lavoro».
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