La Casa Bianca ha detto ieri che i problemi fiscali della Grecia «possono e devono» essere risolti dallUnione Europea, negando così la possibilità di un coinvolgimento degli Stati Uniti nel salvataggio del Paese in crisi finanziaria.
«Questo è un problema dellUnione Europea», ha detto il portavoce del governo Robert Gibbs, «e ha tutte le capacità per risolverlo». Gibbs ha parlato a margine dellincontro tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il primo ministro greco George Papandreu.
Al termine dei colloqui il primo ministro greco ha detto di aver discusso con il presidente degli Stati Uniti di una proposta europea per colpire le speculazioni nei mercati finanziari. Un tema su cui la risposta di Obama è stata «molto positiva», ha detto Papandreu, «e questo significa che il problema sarà sullagenda al prossimo incontro del G-20». La Grecia ha accusato chi scommette sul default del debito sovrano del Paese tra le cause principali della drammatica crisi finanziaria degli ultimi mesi. Papandreu ha detto anche di non aver chiesto aiuto finanziario agli Stati Uniti e che il centro delle discussioni sono stati gli sforzi per combattere gli speculatori. «Quello che stiamo facendo», ha detto, «è prima di tutto rilanciare la nostra economia. Stiamo prendendo decisioni per rimettere la nostra economia sul binario giusto».
Plaudendo allappoggio dellUnione Europea per riformare il mercato da 40mila miliardi di dollari di credit default swap, Papandreou afferma: «Cè solidarietà» sullargomento.
Sempre ieri, il ministro delle Finanze ellenico, George Papaconstantinu, ha incontrato alcuni rappresentanti del Fondo monetario internazionale per discutere l«assistenza tecnica» alla Grecia per risolvere la sua crisi. La speculazione aumenta i problemi del Paese, secondo Papaconstantinu, che ha chiesto più trasparenza negli scambi sul mercato dei derivati e dei credit default swap legati al debito sovrano. Dal canto suo, secondo indiscrezioni di mercato smentite da Atene, la Grecia vorrebbe lanciare una o due nuove emissioni obbligazionarie entro fine marzo per raccogliere allincirca 10 miliardi di euro e avere «un buon cuscinetto» in vista dei prestiti in rimborso in aprile e maggio. Il fabbisogno complessivo di rifinanziamento del governo da qui a fine maggio è di 23 miliardi.
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