Parigi«Il congresso di Reims del Partito socialista ha dimostrato che le difficoltà attualmente evidenti nella sinistra europea sono particolarmente gravi in Francia, dove la principale forza politica d'opposizione non riesce ad accordarsi né sul nome del segretario né sul contenuto di una linea politica», è il commento di un esponente socialista, scoraggiato dall'esito disastroso del congresso nazionale del partito. Da una ventina d'anni non accadeva che un meeting del genere si chiudesse senza la scelta di un segretario o almeno una precisa indicazione in merito. Rimane il fatto che la crisi della «gauche» francese sembra lo specchio delle difficoltà in cui versa la sinistra italiana. Come pure il Psoe di Zapatero affondato dalla crisi economica o il Labour inglese incapace di dare continuità alle politiche di Blair.
Tornando alla Francia, giovedì gli iscritti saranno chiamati alle urne per esprimersi sui nomi dei tre candidati: Ségolène Royal (la cui mozione ha avuto il 29% alle elezioni precongressuali e che basa la sua linea sulla ricerca di un'alleanza con i centristi di François Bayrou allo scopo di sconfiggere il centrodestra di Nicolas Sarkozy alle elezioni presidenziali del 2012), Martine Aubry (la cui mozione ha avuto il 25% alle elezioni precongressuali e che esprime la vecchia linea dell'alleanza con i comunisti e con i Verdi) e infine Benoît Hamon (la cui corrente ha avuto il 19%, che esprime le sinistre interne e che ha pochissime chance di spuntarla). Il sindaco di Parigi Bertrand Delanoë (che nelle elezioni precongressuali ha avuto il 25% e che gode del sostegno di gran parte del gruppo dirigente uscente, a cominciare dal segretario François Hollande, padre dei quattro figli di Ségolène Royal) ha annunciato ieri il ritiro della propria candidatura in un clima di grande tensione e di ancor maggiore confusione.
Salvo sorprese, il prossimo «timoniere» socialista sarà una donna, visto che la vera scelta è tra la Royal, 55 anni, presidente della regione di Poitiers, e la Aubry, 58 anni, sindaco di Lilla. La prima è stata candidata socialista alle presidenziali del 2007, quando è stata sconfitta da Sarkozy. La seconda è stata ministro del Lavoro, ha realizzato la legge sulla riduzione dell'orario lavorativo a 35 ore settimanali (che è stata una delusione) ed è figlia dell'ex presidente della Commissione Jacques Delors. Essendo cementati dalla loro comune antipatia verso la Royal, i membri delle correnti di Delanoë e della Aubry, che non sono riusciti ieri a trovare un'intesa tra loro in sede congressuale, dovrebbero comunque far confluire i propri voti sulla sindachessa di Lilla, che pare in questo momento la favorita. Ma i giochi sono aperti quanto caotici.
È anche possibile che la prossima segretaria socialista (che si tratti della Aubry o della Royal) non disponga della maggioranza assoluta in seno al «parlamentino» del partito, ossia al Consiglio nazionale. In tale eventualità le cose si complicherebbero ulteriormente e il Partito socialista - nato nel 1971 al congresso di Epinay, da cui François Mitterrand uscì segretario - rischierebbe addirittura la scissione. Del resto una micro secessione c'è già stata: il senatore Jean-Luc Melanchon, della corrente di sinistra, ha abbandonato i socialisti per creare un proprio partitino, destinato ad allearsi con comunisti e trotzkisti.
Come se le cose non fossero abbastanza complicate, un possibile (e ormai probabile) candidato socialista alle prossime elezioni presidenziali del 2012 non ha neppure partecipato ai lavori del congresso di Reims. Si tratta di Dominique Strauss-Kahn, che a Washington ha partecipato ai lavori del G20 nella sua veste di direttore generale del Fondo monetario internazionale.
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