Economia

Crisi, S&P: declassate sette banche italiane Nuovo allarme della Fed: "Crescita a rischio"

Dopo la decisione di declassare il debito italiano, Standard &Poor’s torna a colpire: oggi ha tagliato il rating di sette banche italiane a seguito della decisione di ridurre il giudizio sull’Italia. Grecia, il governo: "Ora servono sacrifici"

Crisi, S&P: declassate sette banche italiane 
Nuovo allarme della Fed: "Crescita a rischio"

New York - Una nuova scure si abbatte sull'economia italiana. Dopo la decisione di Moody's di tagliare il rating della Fiat, Standard &Poor’s ha tagliato il rating di sette banche italiane a seguito della decisione di ridurre il giudizio sull’Italia. "Ritengo che l’economia italiana non dipende dalla valutazione di agenzie di rating come questa", ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini in una intervista alla Bbc minimizzando il declassamento del debito italiano da parte di Standard & Poor’s.

S&P colpisce ancora L’agenzia di rating ha abbassato i rating di sette banche italiane, tra le quali Intesa Sanpaolo e Mediobanca, in seguito al downgrade dell’Italia. Standard&Poor’s ha fatto sapere che i rating a lungo termine di Cà de Sass e Piazzetta Cuccia scendono entrambi da A+ ad A. Per altre otto banche, tra le quali Unicredit, l’outlook è stato invece rivisto da "stabile" a "negativo".

La Fed scende in campo a sostegno dell'economia: lascia i tassi fermi fra lo 0 e lo 0,25%, assicurando che il costo del denaro resterà "eccezionalmente basso almeno fino alla metà del 2013". E lancia l'operazione twist, ovvero l'allungamento della scadenza dei titoli di stato in portafoglio, acquistando 400 miliardi di dollari di Treasury con scadenza 6-30 anni e cedendo 400 miliardi di dollari di titoli di Stato a breve termine. Si tratta di un'operazione senza precedenti, anche se la Fed aveva tentato qualcosa di simile negli anni '60. Ignorando le richieste dei repubblicani, che in una lettera al presidente della Fed Ben Bernanke avevano invitato a non concedere nuovi aiuti, la banca centrale annuncia oltre all'acquisto di 400 miliardi di dollari di Treasury a lungo termine anche un nuovo sostegno al mercato dei mutui: la Fed reinvestirà i proventi dei titoli legati ai mutui in nuovi titoli legati ai mutui invece che in titoli di Stato. Il cambio della composizione del portafoglio punta a mantenere bassi i tassi di interesse per favorire il credito e gli investimenti. »La crescita economica resta debole. Le condizioni del mercato del lavoro deboli e il tasso di disoccupazione rimane elevato. I consumi delle famiglie crescono a un tasso modesto. L'inflazione sembra essersi moderata dall'inizio dell'anno. Le aspettative di lungo termine di inflazione restano stabili, afferma la Fed. La decisione di aiutare di nuovo l'economia con misure eccezionali spacca il Fomc: per la seconda volta consecutiva, una decisione di politica monetaria viene assunta con 7 voti favorevoli e 3 contrari. A votare contro sono stati il presidente della Fed di Dallas Richard W. Fisher, quello della Fed di Philadelphia Charles Plosser, e il presidente della Fed di Minneapolis Narayana Kocherlakota. La Fed entro giugno 2012 acquisterà 400 miliardi di dollari di Treasury a lungo termine, di cui il 32% fra i 6 e gli 8 anni, il 32% fra gli 8 e i 10 anni, il 4% fra i 10 e 20 anni e 29% fra i 20 e i 30 anni.

I Treasury a breve termine che saranno venduti saranno per il 75% con scadenza fra i 3 mesi e i 3 anni.

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