Roma Le misure anticrisi del governo saranno concordate con l’Europa, perciò il varo delle nuove norme a favore di famiglie e imprese slitta a venerdì 28. Il 26, infatti, la Commissione di Bruxelles fornirà le linee-guida di un pacchetto di interventi che dovrebbe mobilitare nel complesso circa 130 miliardi di euro. L’annuncio del rinvio di 48 ore del Consiglio dei ministri è stato dato dallo stesso premier Silvio Berlusconi. «Dobbiamo coordinarci con l’Europa», ha spiegato il presidente del Consiglio. Sempre venerdì prossimo, il Cipe smobilizzerà investimenti per oltre 16 miliardi di euro.
Il governo pensa di sterilizzare gli aumenti delle tariffe di Ferrovie e autostrade, legando l’autorizzazione ai rincari dei pedaggi autostradali agli investimenti nella rete. Il congelamento colpirebbe, in particolare, alcune concessionarie che hanno chiesto aumenti del 5-6%. «Ci stiamo pensando», conferma il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas.
La prossima settimana, la Commissione europea presenterà un piano coordinato di rilancio dell’economia, «includendo una significativa espansione del bilancio Ue», ha spiegato il presidente dell’esecutivo, Manuel Durao Barroso. Le misure nazionali devono essere coordinate, ma non bastano da sole a creare una massa critica sufficiente, spiegherà la Commissione, che proporrà un’accelerazione degli investimenti, grazie anche a un’erogazione anticipata dei Fondi strutturali europei e all’incremento delle risorse della Bei (la banca europea degli investimenti). Il commissario alla concorrenza Neelie Kroes invita i governi a resistere alla tentazione dei sussidi al settore automobilistico. Quanto al Patto di stabilità, fonti vicine al commissario Almunia ricordano che il tetto del 3% al deficit pubblico potrà essere superato, ma non «in maniera eccessiva e prolungata». Le misure verranno discusse dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo del 12 dicembre.
Dunque, il governo ha qualche ora in più per mettere a punto la manovra anticrisi. Ma i pilastri principali dell’intervento appaiono ormai delineati. Il sollievo natalizio per le famiglie arriverà sotto forma di bonus fiscale, e dipenderà dal reddito e dal numero dei componenti del nucleo familiare. I coniugi senza figli riceverebbero il bonus se il loro reddito complessivo non supera i 12mila euro all’anno. I nuclei composti da 3-5 persone avrebbero un bonus se il reddito non supera i 17mila euro. Le famiglie numerose, da 6 componenti in su, riceverebbero il bonus con un reddito fino a 20mila euro. L’entità dell’una tantum fiscale - rapportata a reddito e componenti del nucleo familiare - varia fra un minimo di 150 e un massimo di 700-800 euro. L’intervento ipotizzato dal governo è proprio quello che gli italiani chiedono. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro, otto italiani su dieci sollecitano maggiori benefici fiscali per le famiglie con figli a carico: una percentuale nettamente più elevata rispetto alla media europea (66%), probabilmente a causa del fatto che in molti Paesi Ue - ad esempio la Francia - il fisco familiare è già una realtà.
Il ventaglio delle misure anticrisi è ampio. Per i meno abbienti ci sono anche gli sconti della social card, bollette comprese (da 60 a 130 euro l’anno). Per le imprese sono in arrivo una riduzione di 3 punti degli acconti Ires e Irap, e la deducibilità di un 10-15% dell’Irap dalla dichiarazione dei redditi aziendali. Probabile anche un’estensione del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, mentre è sicuro l’allargamento degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, eccetera) fino a un miliardo di euro.
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