Contaminare la musica, leggera o impegnata che sia, con il teatro. Non è una moda, certo. Diciamo, piuttosto, una tendenza. Visto che, ultimamente, la voglia di sovvertire gli schemi del concerto tradizionale e di mettersi in gioco sta prendendo (e con decisione) piede. Prendete la bizzarra idea teatrale che gli Afterhours stanno portando in giro per l'Italia. O, ancora, il nuovissimo tour che Simone Cristicchi fa partire stasera (ore 21, ingresso 27.50/20.50 euro) dal Teatro Dal Verme di via San Giovanni sul Muro. Un tour legato a doppio filo a Grand Hotel Cristicchi, l'ultimo album (di cui fa parte anche la canzone proposta all'ultimo Sanremno, «Meno Male») con cui il cantautore romano ha fotografato i vizi e le virtù dell'Italia contemporanea. Dai «falsi miti» creati dal gossip alle «nonne rifatte» fino a un omaggio a Woody Allen nella canzone «La vita all'incontrario», titolo di un suo noto monologo in cui teorizza come sarebbe bello se la vita scorresse a rovescio, culminando in un orgasmo invece che in una triste dipartita.
Per l'occasione, Cristicchi ripercorrerà i suoi primi dieci anni di onorata carriera controcorrente, ma di successo (trionfò a Sanremo nel 2007 con «Ti regalerò una rosa», una canzone intensa e poetica che parlava di disagio psichico e di manicomi), in chiave teatrale e cameristica. Al suo fianco, infatti, è schierato uno straordinario quartetto di musicisti classici, i genovesi Gnu Quartet (vale a dire, il violoncellista Stefano Cabrera, la flautista Francesca Rapetti, il violinista Roberto Izzo e Raffaele Rebaudengo alla viola) e il polistrumentista Michele Ranieri. La scaletta dello spettacolo, oltre ai grandi successi del cantautore riletti e riarrangiati in chiave appunto «da camera» (dall'ironica «Vorrei cantare come Biagio» alla poetica «Studentessa universitaria», dalla canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2007, «Ti regalerò una rosa» fino a «Meno male"»), prevede diverse canzoni del già citato Grand Hotel Cristicchi, il lavoro della maturità, costruito come un labirinto di musica e testi. Va detto che il nostro è diventato un vero e proprio istrione del palco, con una sensibilità e un talento da vero attore, capace di intrattenere e incantare il pubblico anche con monologhi, poesie, gag che fanno da controcanto alle canzoni, rendendo il concerto un'unica, affascinante storia, senza soluzioni di continuità. Non basta.
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