Poesia: sostantivo femminile spesso declinato al maschile, anche se non sono poche le poetesse che danno lustro alle lettere italiane, come ad esempio Cristina Campo e Mary de Rachewiltz, due "imperdonabili", ovvero due instancabili seguaci dell'idea di bellezza e perfezione. L'opera della Campo, all'anagrafe Vittoria Guerrini (1923-77), figlia del musicista Guido Guerrini e compagna di Elémire Zolla negli ultimi vent'anni di vita, è stata apprezzata soprattutto dopo la sua scomparsa, avvenuta a 53 anni. In suo onore sono stati organizzati convegni e pubblicati libri, sempre più numerosi col passare del tempo, come sta succedendo a Mary de Rachewiltz, centenaria dallo scorso luglio, finalmente non più considerata solo come "figlia di Ezra Pound", ma apprezzata come scrittrice e poetessa.
Aldo Marroni, docente di estetica, è l'autore di Cristina Campo, l'ambasciatrice mondana di regni non mondani (Mimesis), un'analisi del personaggio effettuata soprattutto sui suoi corposi epistolari, ricchi di informazioni sui temi a lei più cari. Su tutti sembra dominare la sua malattia, una malformazione cardiaca riscontrata alla nascita, che l'ha costretta a una vita piena di attenzioni, ma che, proprio per questo, l'ha arricchita di quella delicata sensibilità che permea tutta la sua opera. La scrittura, per lei, diventa una strategia per la sopravvivenza e un efficace farmaco mentale e addirittura un baluardo terapeutico contro il suicidio. Scorrono, nel breve ma denso saggio, tutte le figure care alla poetessa: da Simone Weil a Ernst Bernhardt, da Margherita Pieracci a Piero Pòlito e Alessandro Spina e molti altri, con cui scambia opinioni, e a cui suggerisce letture, confida speranze e matura perplessità. Mistica e contemplativa a un tempo, la Campo è anche una strenua e passionale attivista, ricordata soprattutto come fondatrice di "Una Voce-Italia", l'associazione per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana.
Meno esposta e coinvolta nelle vicende d'attualità rispetto alla Campo, ma altrettanto sensibile e pugnace, Mary de Rachewiltz (1925) ha dedicato gran parte della lunga vita a tradurre, difendere e accudire il padre, Ezra Pound, alle cui vicende è spesso accomunata. Dopo la raccolta di tutte le sue poesie in italiano curata da Massimo Bacigalupo, di cui abbiamo già scritto su queste pagine, ecco ora un altro volume, significativamente intitolato Briciole. Poetical Scholarship (Acta Maiensa) che raccoglie molti suoi scritti in prosa, qui tradotti in inglese per renderli disponibili ai molti studiosi anglofoni. Concepiti come introduzioni o contributi a volumi collettanei, i testi qui riprodotti brillano per la loro profondità, inversamente proporzionale alla lunghezza. Scritti nell'arco di una quarantina d'anni, questi quasi trenta articoli affrontano una varietà estrema di argomenti, dalle arti visuali alla letteratura, dalla politica all'economia, dall'etica confuciana ai Trovatori, dal Vorticismo al Modernismo, tutti legati dal filo, talvolta invisibile, dell'opera poundiana, declinata in modo delicatamente personale dall'Autrice. La de Rachewiltz ha conosciuto l'arte poetica attingendo alla vita della carne più che dalle pagine dei libri.
La frequentazione dei poeti più significativi del '900 e soprattutto la traduzione dei Cantos, impresa durata tutta la vita, sono il fondamento della sua Poetical Schiolarship qui esposta e tramandata a beneficio delle nuove generazioni.