Dopo la Colombia, dopo Israele, Bush, le multinazionali, le Ong, il re spagnolo e tutti gli infiniti bersagli scelti da Hugo Chávez Frías per le sue torrenziali invettive, questa settimana è arrivato il momento di Cristoforo Colombo. La colpa del genovese, che diede vita alla più grande scoperta geografica dellumanità, è quella di essere stato responsabile del «genocidio» e «dellinvasione» compiuta dagli europei in America Latina. E poco importa che Colombo fosse un marinaio visionario e non un conquistador dalla spada insanguinata. Per Chávez la colpa è da attribuirsi al genovese, e quindi il presidente ha appoggiato la rimozione della sua ultima statua rimasta a Caracas con le usuali parole incendiarie: «Al suo posto bisogna metterci la statua di un indigeno o di unindigena che indichino la strada verso la liberazione dei popoli e verso il socialismo».
Il gesto ha scatenato la rabbia di molti venezuelani stanchi di vedere la costante epurazione di simboli invisi al presidente, sostituiti da miti personali come Che Guevara, Emiliano Zapata o il guerrigliero delle Farc Manuel Marulanda (il sociologo Carlos Hernández ha ricordato che il Venezuela è lunico Paese che erige un busto a un narcotrafficante). Ora resta da vedere cosa sarà del coloniale nome Venezuela.
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