Fuori due. Dopo aver cacciato dallaereo di Stato linviato del Giornale - alla fine dello scorso anno - accampando improbabili rotazioni nelle quali non è mai stato reinserito, Massimo DAlema si è ripetuto con un collega della Stampa, colpevole di lavorare per un quotidiano che aveva pubblicato i boatos di ipotetici conti bancati brasiliani a nome dellex presidente del consiglio. Non resterebbe che constatare: alle «iene dattilografe» a lui fortemente invise, il ministro degli Esteri preferisce evidentemente «conigli sdraiati» e pronti a suggerne il nettare. Peccato però che lostracismo non si concretizzi nel privato: ignorando i cronisti «nemici» e non rivolgendo loro neanche una parola o vietando loro - come rileva il quotidiano torinese - di metter piede sulla sua barca o sulla sua automobile, ma prenda invece vita su un terreno delicato: quello di aerei di Stato che fino a prova contraria non sono di sua proprietà.
E un malcostume, quello di lasciare a terra i «non graditi», che ha da tempo preso piede nella politica italiana. Simbarcano in primo luogo quelli dei Tg perché si sa, limmagine conta. Poi quelli delle radio perché anche il solo parlato può aiutare. E in ultimo si fa la «spunta» degli inviati dei giornali: quello sì perché sta in un quotidiano importante, laltro no perché è di un giornale di provincia.
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