Letizia Moratti punta a «rifare di Milano la vecchia city finanziaria. Comera una volta». Con la migliore fiscalità che può attirare capitali e generare occupazione. Ma «per questo ci vogliono fisco, logistica, scuola». Perché «Milano ha nel sangue la tradizione finanziaria, ma oggi le banche hanno preferito altre piazze. Lidea che possano tornare mi sembra importante. E soprattutto ci vuole una persona che ci creda. E la preferisca ad altre attività, come per esempio i centri sociali». Altrettanto legittime, ma che «comportano una diversa visione del mondo». Lultimo spot alla campagna elettorale di Letizia Moratti arriva dal ministro dellEconomia Giulio Tremonti. Arrivato ancora una volta a Milano per lanciarle la volata. E per annunciare che proprio per attirare aziende e banche straniere, il governo ha messo a punto una norma che consenta loro di operare nel nostro Paese e magari ritornarci, godendo però del regime fiscale più favorevole previsto dai diversi Paesi dellUnione europea.
Lincontro a Palazzo Bovara, sede dellUnione del commercio, dove Tremonti e Moratti parlano davanti ai rappresentanti di imprese e categorie. Con la Moratti che ribadisce limpegno a «creare un Tavolo permanente di consultazione con le associazioni per ascoltare le istanze di imprenditori e artigiani e tradurle in azione amministrativa». I primi punti da cui partire? «Loccupazione e lo sviluppo».
Poi cè il Tremonti show. Il Rischio? Che con lelezione di Pisapia a sindaco, gli stipendi siano costretti a una bella cura dimagrante grazie a nuove tasse. «Milano è ben amministrata, ha i bilanci in ordine - spiega Tremonti - non ha addizionali». Cioè tasse comunali aggiuntive. «Quando mettete una croce sulla scheda - ammonisce il ministro - la mettete anche su un pezzo del vostro stipendio. La cosa sicura è che con Pisapia arriveranno a pioggia le addizionali».
E poi cè lExpo. «Uno straordinario successo internazionale di Letizia», ha aggiunto. Perché senza la Moratti «non ci sarebbe unExpo in Italia e a Milano». E, invece, «con Pisapia lExpo se ne vola via». Un grande evento «dedicato non solo allalimentazione, ma a come si abiterà, si viaggerà, si ragionerà nel millennio». E, del resto, «era un filosofo dellOttocento a dire che luomo è ciò che mangia». I sei mesi nel 2015? «Qualcosa di stellare: convinceremo gente di tutto il mondo che potrà venire a Milano a vedere cose che non avrebbe mai visto e non avrebbe mai nemmeno pensato». È comunque legittimo «che altri abbiano altre visioni, ma il loro è un progetto diverso. Loro voglio fare dellExpo qualcosa di banalmente identico al vecchio secolo».
La Moratti, invece, promette ancora una volta ai milanesi «nessuna tassa, niente aumento delle tariffe, ancora vigili per la sicurezza e impegno per loccupazione».
«Croce sul nome Pisapia? La mettete anche su una fetta di stipendio»
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