nostro inviato a Stoccolma
Quando partì come esperimento, nel gennaio 2006, il 60 per cento dei residenti di Stoccolma si accanì contro il pedaggio. Quando scattò il referendum, il 17 settembre 2007, il 51,3 per cento dei cittadini decretò: avanti con la tassa d’ingresso in centro. Il modello è quello della congestion charge, un sistema per eliminare il traffico a prescindere che i veicoli siano più o meno inquinanti. Milano si appresta a sondare gli umori dei milanesi su Ecopass, nata invece come uno strumento per dare battaglia allo smog, e l’esempio della capitale svedese è un conforto per l’assessore alla Mobilità del Comune, Edoardo Croci. Da Stoccolma dove si trova in missione istituzionale lancia un allarme («se non si estende rischiamo di annullare gli sforzi fatti finora») e rivolge un appello ai milanesi: «Fatevi sentire, date coraggio ai politici». Tra febbraio e marzo Palazzo Marino (non si conoscono ancora le modalità) effettuerà un sondaggio su Ecopass per chiedere ai cittadini se vogliono estenderlo e aumentare i veicoli paganti. Finora il pressing dei partiti ha «salvato» gli euro 4 diesel dal pedaggio. Ma, l’esempio di Stoccolma insegna, «spesso si ha una percezione del sentire comune che non corrisponde al vero». Dunque: Croci ribadisce che l’avvio di Ecopass in città è stato coraggioso «ora non bisogna venire meno, ma ritrovare l’energia dell’inizio». I risultati del ticket in città verranno ampiamente distribuiti tra i cittadini (probabilmente con una lettera del sindaco inviata a tutte le famiglie) ma già sintetizza: «Il traffico è sceso dal 20 al 10 per cento, il 25% delle strade del centro ha avuto una riduzione», i superamenti di pm10 oltre i limiti nella centralina Arpa di Milano Verziere (quella che monitora la zona rossa) sono passati dai 148 giorni oltre i 50 microgrammi al metro cubo del 2002 ai 78 («sempre troppi») del 2008. Adesso, afferma l’assessore, «per nutrire il provvedimento è necessario proseguire, la cura sta dando buoni risultati e bisogna continuare». Leggi: estendere l’area e, in prospettiva, ridurre le esenzioni. Altrimenti? «Il rischio è che si facciano passi indietro, che la congestione e gli effetti sulle polveri sottili nel medio-lungo periodo diventino meno efficaci». Un vero e proprio allarme, per cui ritorna l’appello: «La questione non può essere di destra o di sinistra, anche a Stoccolma la gente non voto secondo le indicazioni dei partiti, vinse il sì a prescindere. Ora è necessario che facciano sentire la loro voce e aiutino i politici a superare i timori che hanno e la politica a ritrovare il coraggio iniziale. Andando avanti non si perde il consenso». Stoccolma, come ha spiegato alla delegazione milanese il direttore generale del dipartimento traffico e salute di Stoccolma Gunnar Soderholm, si è dotata di un intricato metodo di caselli dal gennaio 2006. Dalle 6.30 alle 18.30 si paga da 1 a 2 euro a passaggio (a non più di sei al giorno) a seconda della fascia oraria, residenti compresi, sia per entrare che per uscire dal centro. Il 30 per cento dei veicoli all’incirca è esente, ma si tratta soprattutto di mezzi di soccorso, diplomatici, militari, mezzi pubblici. Anche le auto ecologiche potevano passare gratis sotto le diciotto telecamere, ma sono diventate l’anno scorso il 14% del totale e ora pagano. Dopo sei mesi di sperimentazione il pedaggio venne sospeso e sottoposto a referendum a settembre e dopo il sì entrò di nuovo in vigore il primo agosto del 2007.
Quando esordì, i giornali titolavano «caos a Stoccolma». Proprio come all'avvio di Ecopass a Milano lo scorso gennaio. Un anno dopo, ora il Comune si augura di assistere allo stesso film svedese quando raccoglierà i consensi su Ecopass.