Mamma li turchi. Un detto buono per tutte le stagioni. Un classico, insomma. Come questaltra convinzione, non solo di matrice leghista: lItalia si impegna tanto per il loro epocale ingresso nellUnione europea, e in cambio non si dimostrano altrettanto gentili con noi. E già: andatelo a chiedere ai cittadini baresi, appena definiti «pirati» dal ministro della Cultura di Ankara. La ragione di tanta acredine? Roba vecchia, anzi antica: le spoglie di San Nicola. Avverte con aria bellicosa il promotore di questa nuova crociata al contrario, Ertugul Gunay: «Se costruiremo un museo a Demre chiederemo le spoglie di Babbo Natale». Leggenda vuole che lo storico vescovo di Myra (IV secolo) abbia dato origine al mito di Santa Claus per la sua straordinaria munificità verso i poveri e i bisognosi. Insiste Gunay: «Quelle reliquie devono essere esposte qui e non in una città di pirati». Tutto avvenne nel lontano 1087, quando una spedizione di 62 marinai baresi (allepoca la città pugliese faceva parte del dominio bizantino) raggiunse le sponde turche per impadronirsi delle spoglie di San Nicola, morto presumibilmente nellanno 343 e il cui corpo fu custodito nella cattedrale di Myra per ladorazione dei fedeli ortodossi. Anche nel 2010, a mille anni di distanza, qualcuno non dimentica.
Ma la Turchia è davvero interessata a riaprire lo scontro, nonostante gli ottimi rapporti di Palazzo Chigi con il governo Erdogan? Intanto la polemica infiamma i vicoli di Bari di rabbia e dorgoglio: «San Nicola non si tocca. I musulmani abbiano rispetto delle tradizioni italiane. Anche perché non possono permettersi di usare un santo per fare turismo su Babbo Natale».
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