La situazione del mercato immobiliare è nera, stando alle rilevazioni Tecnocasa relative al primo semestre del 2008. Ma la valutazione sembra addirittura «ottimistica», stando a quanto sostengono altri operatori del settore. «Diciamo che con queste cifre non si vuole spaventare il mercato, si cerca di limitare i danni. Si tratta di valori assolutamente sottostimati». A parlare è Lamberto Frugoni, di Immobiliare Canova, che cita cifre decisamente diverse. E altrettanto decisamente inquietanti. «La valutazione reale degli immobili a Milano è scesa almeno del 10-15%, mentre quella oggettiva del privato che mette in vendita i propri beni immobiliari è letteralmente crollata, anche del 25%, se non di più», dice ancora Frugoni. E la crisi sembra coinvolgere indifferentemente il vecchio come il nuovo, anche e forse ancor di più in prospettiva, pensando ai mesi che verranno. «Nel 2009 la situazione sarà ancora più difficile - continua Frugoni - perché le banche, per non rischiare in un mercato in recessione, chiuderanno ulteriormente i cordoni della borsa e non finanzieranno più le aree per le nuove edificazioni». E nel momento in cui si blocca il nuovo si blocca anche il vecchio.
Crollo del valore, ma anche del volume. Anzi, soprattutto del volume. «Il calo, più che sui prezzi di vendita, si sente sul venduto». A sostenerlo è Andrea Giordano, di Professione casa. «La valutazione Tecnocasa può anche essere attendibile per quel che riguarda il calo delle quotazioni, ma il dato più preoccupante e sensibile è quello relativo ai volumi delle compravendite, che è diminuito del 30, anche del 40 per cento. Oggi si fa molta più fatica a vendere e, per noi agenzie, è ormai praticamente impossibile percepire la piena commissione».
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