Assedio giudiziario a Berlusconi, ultimo atto

Il caso Ruby, iniziato 12 anni fa, arriva a conclusione nell'aula bunker del tribunale di Milano. I giudici sono in camera di consiglio per emettere la sentenza

Assedio giudiziario a Berlusconi, ultimo atto

Ruby, ultimo atto. Una storia iniziata dodici anni fa arriva a conclusione nell’aula bunker del tribunale di Milano. I giudici della settima sezione, presieduta da Marco Tremolada, sono entrati in camera di consiglio per emettere la sentenza a carico di Silvio Berlusconi e degli altri ventotto imputati di corruzione giudiziaria e falsa testimonianza. Sul tavolo dell’accusa ci sono le deposizioni rese durante il primo processo Ruby, quello che si concluse con la assoluzione del Cavaliere con formula piena. Ma quel processo, sostiene la Procura della Repubblica, fu costellato di bugie e omissioni. Secondo i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, praticamente tutti gli ospiti delle feste di Arcore che negarono di avere assistito a scene di sesso lo fecero perché pagati da Berlusconi. Per l’ex presidente del Consiglio la Procura ha chiesto sei anni di carcere; cinque per la più famosa delle ragazze, Kharima el Mahroug alias Ruby.

In apertura di udienza il giudice Tremolada ha dato atto che il governo ha ritirato la sua costituzione di parte civile contro Berlusconi e gli altri imputati: una decisione politica, ha spiegato Palazzo Chigi, come politica fu la decisione del governo Gentiloni di partecipare al processo contro il Cavaliere.

Entro mezzogiorno la corte farà sapere a che ora verrà pronunciata la sentenza, verosimilmente nel pomeriggio. La difesa di Berlusconi, rappresentata da Franco Coppi e Federico Cecconi, ha chiesto nelle scorse udienze l’assoluzione del leader azzurro, affermando che gli aiuti economici alle ragazze erano solo il sostegno per il danno mediatico e professionale subito dal coinvolgimento nell’inchiesta. Ma a portare alla assoluzione di Berlusconi potrebbe essere alla fine una irregolarità che mina alla base il teorema della Procura: le ragazze furono interrogate senza avvocati, come semplici testimoni, mentre in realtà erano già di fatto indagate.

Se il tribunale, come già in una ordinanza emessa a metà processo, condividerà questa tesi, cadrà automaticamente l’accusa di falsa testimonianza e anche quella di corruzione. Solo due testimonianze, quelle di Barbara Guerra e Iris Berardi, sono state ritenute regolari. Basteranno per chiudere con una condanna il lungo assedio al Cavaliere?

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