Boccia, chiesto il processo: accuse di stalking e lesioni

I magistrati le contestano pure le interferenze illecite. Gli avvocati di Sangiuliano: "Saremo parte civile". Nel fascicolo dei pm anche le dichiarazioni false nel curriculum

Boccia, chiesto il processo: accuse di stalking e lesioni

Era stato il tormentone dell'estate 2024. Tutta l'Italia a stropicciarsi gli occhi davanti agli innumerevoli colpi di scena della saga Boccia-Sangiuliano. Lui, il ministro della Cultura, aveva perso la testa per la bionda di Portici e mandato all'aria un matrimonio e il buonsenso. Alla fine, Sangiuliano, ormai troppo esposto e braccato dai media, aveva gettato la spugna e lasciato il prestigioso incarico di governo. Ma si capiva che oltre le liti, le scenate, le mezze bugie e le apparizioni in tv per giustificare l'ingiustificabile, c'era la personalità strabordante e inarrestabile di lei: Boccia aveva assunto atteggiamenti aggressivi, forse oltre la soglia del Codice penale. Questa è oggi la convinzione della Procura di Roma che presenta alla donna il conto: una richiesta di rinvio a giudizio per una sfilza di reati che vanno dallo stalking aggravato alle lesioni e alle interferenze illecite nella vita privata, e ancora alla diffamazione e alle false dichiarazioni in rapporto al curriculum. Insomma, come si era già intuito non c'erano solo i sospiri e le moine, ma i graffi e i pugni, certificati da foto sconvolgenti, e un vero e proprio assedio che alla fine aveva mandato in testa coda l'allora ministro, giornalista di lungo corso, ex direttore del Tg2 e oggi corrispondente Rai da Parigi. Un comportamento che rischiava di provocare una crisi pure a Palazzo Chigi. Boccia, passando con disinvoltura dalla relazione privata alla dimensione pubblica, aveva brigato per ottenere un incarico; poi rotta la relazione aveva cominciato a dosare rivelazioni, vere o presunte, sfruttando la notorietà ormai acquisita sul palcoscenico nazionale. Il risultato di questa strategia era stato descritto dai pm a luglio scorso, quando avevano chiuso le indagini: «Con condotte reiterate ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale rivolte verso Sangiuliano - con cui intratteneva una relazione affettiva extraconiugale e anche successivamente alla definitiva rottura dei rapporti - cagionava nello stesso un perdurante e grave stato di ansia e paura che si estrinsecava in un forte stress, un notevole dimagrimento, pensieri suicidi, in modo tale da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita, compromettendone la figura pubblica, inducendolo a rassegnare le dimissioni dalla carica istituzionale». Insomma, il testo è un po' lungo, ma a scorrerlo si ha l'impressione di avere di fronte non solo un atto d'accusa ma quasi un certificato medico che descrive senza tanti giri di parole lo sconvolgimento nell'esistenza di Sangiuliano. In parallelo, Boccia - sempre secondo i pm - lavorava per ottenere un incarico fiduciario, isolava il ministro, pretendeva, per quanto possa sembrare incredibile, la consegna del suo cellulare di servizio per «ispezionarlo», quasi fosse un poliziotto o un carabiniere, screditava i suoi collaboratori. Nulla sfuggiva dunque alla sua azione tentacolare, sfruttando la vulnerabilità del giornalista prestato alla politica. Ancora, si faceva dare password e applicazioni, infine imponeva a Sangiuliano «quantomeno dall'11 giugno 2024, di non portare la fede nuziale, infine sottraendogliela». Un ulteriore oltraggio alla dignità e al decoro del ministro. E anche della moglie Federica Corsini, giornalista del Tg2, parte offesa nel procedimento in corso. «Ci costituiremo parte civile - affermano Silverio Sica e Giuseppe Pepe, legali del corrispondente Rai - è questo il primo momento giudiziario a conferma della verità di Sangiuliano», autore di un esposto contro l'imprenditrice campana.

Francesco Di Deco e Saverio Sapia, avvocati di Boccia, sottolineano invece «la disdicevole condotta degli organi di stampa che hanno violato i principi di segretezza e riservatezza», pubblicando la richiesta di rinvio a giudizio.

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