Cronaca giudiziaria

Boeri e i bandi tra amici: lo strano silenzio di Sala

Il Comune di Milano ha fino ad ora ignorato le richieste dei pm

Boeri e i bandi tra amici: lo strano silenzio di Sala

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«Certamente sono sicuro di essere estraneo a tutte le possibili imputazioni. Sono sereno». All’indomani della perquisizione della sua casa-studio di via Donizetti e dell’avviso di garanzia per turbativa d’asta e falso, Stefano Boeri - docente universitario, architetto, ex assessore a Milano - appare in uno dei tanti eventi che lo vedono protagonista della progettazione della «nuova Milano» e appare tranquillo. «Sono veramente contento che il lavoro della magistratura vada fino in fondo», aggiunge. E si augura che il progetto che l’ha portato nel registro degli indagati, la grande Biblioteca internazionale della cultura, vada avanti.
Il problema è che nelle carte dell’indagine, aperta dalla Procura di Milano dopo due articoli del Giornale del luglio 2022, emergono temi la cui rilevanza penale andrà vagliata, ma che costituiscono un problema non solo per Boeri ma anche per il sindaco Beppe Sala. Il primo: la presenza a Milano di un circolo chiuso di professionisti, fatto di pochi nomi, che si spartiscono tutti i grandi progetti. Il secondo: il canale preferenziale che nella città di Sala lega questi professionisti all’amministrazione cittadina. Di questo secondo aspetto e della volontà della Procura guidata da Marcello Viola di fare chiarezza c’è traccia nell’avviso di garanzia notificato a Boeri, al suo collega di docenza Cino Zucchi e ai vincitori del concorso (44 partecipanti, otto milioni di budget per la presentazione, 130 milioni per i lavori) per la grande biblioteca a Porta Vittoria. Mercoledì la Guardia di finanza ha perquisito gli uffici in Comune di Simona Collarini, il funzionario responsabile della gara internazionale. La Collarini non è indagata, ma i pm vogliono capire come sia stato possibile che nel giro di poche ore dopo il primo articolo di questo quotidiano il 21 luglio il Comune abbia diramato un comunicato rivendicando la correttezza della gara: è necessario, scrivono i pm, «appurare se e in che termini siano state indagate le potenziali situazioni di conflitto di interessi tra partecipanti-vincitori e membri della commissione giudicatrici e quando sarebbero stati svolti i controlli». Dal decreto si scopre che il Comune ha finora fatto muro davanti alle richieste della Procura: «nulla è stato fornito dal Comune di Milano in esecuzione dell’ordine di esibizione eseguito in data 20 aprile 2023 dalla Guardia di finanza». Sono passati sei mesi, e Palazzo Marino non risponde. Per prendere atto del conflitto di interessi tra Boeri, Zucchi e gli autori del progetto vincente sarebbe bastato a Sala - anche prima degli articoli del Giornale - verificare su fonti aperte i legami professionali tra i due commissari e Angelo Lunati, Giancarlo Floridi e Manuela Fantini, tutti coinvolti nel progetto vincente e ora indagati. Boeri e Zucchi, ricordano ora i pm, avrebbero avuto il dovere di rendere noti i legami, e hanno taciuto. Ma erano legami noti a tutti tranne che - evidentemente - a Sala e ai suoi assessori.

La contaminazione tra pubblico e privato, tra chi bandisce le gare e chi le vince, va ben oltre l’elenco dei cinque indagati: basti pensare che l’assessore alla Cultura che ha presentato il progetto vincitore, Tommaso Sacchi, è un fedelissimo di Boeri, e questo rende ancora più strano che non sapesse dei rapporti con i vincitori.

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