Bova fa causa a Ryanair e al Napoli

Hanno usato i suoi audio "privati" con l'influencer Ceretti per farsi pubblicità illecita

Bova fa causa a Ryanair e al Napoli
00:00 00:00

«Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti, avete scaricato l'app?». Dalla tentata estorsione al tormentone dell'estate. Gli audio fra l'attore Raoul Bova e l'influencer Martina Ceretti finiscono sul profilo social, italiano, della compagnia Ryanair che il 24 luglio li posta per promuovere la sua applicazione. Lo stesso fa la società del Napoli Calcio di Aurelio De Laurentiis che «ruba» uno spezzone delle chat incriminate per un video clip sul nuovo acquisto, il calciatore Kevin De Bruyne. Il filmato, apparso su TikTok, viene subito rimosso contrariamente alla compagnia aerea irlandese che, fino a oggi (ieri per chi legge ndr), ha lasciato in rete il tweet pubblicitario. Manco a dirlo, i legali di Bova sono pronti a trascinare in tribunale le due società, colpevoli di sfruttare conversazioni private già rese pubbliche dal paparazzo Fabrizio Corona sul canale youtube Falsissimo. «Audio privati, strumentalizzati - scrivono i legali dell'attore - a fini ironici e promozionali».

Ma in rete lo scandalo Bova è diventato virale e i meme si replicano senza freni. Tutto per conquistare like e followers. E se Ryanair e il Napoli rischiano condanne e risarcimenti milionari, gli utenti privati, secondo il Garante dei dati personali, possono incorrere solo in illeciti amministrativi. Chi denuncia, però, può pretendere la rimozione del post o, addirittura, la chiusura dell'account del burlone di turno.

Una querelle, quella fra l'attore romano e la 23enne fotomodella conosciuta su Instagram, su cui indaga la magistratura. Quattro, per ora, i personaggi coinvolti: oltre a Bova che fa il galante con la Ceretti all'insaputa, ovviamente, della compagna, l'attrice Rojo Muñoz Morales dalla quale ha avuto due bambine, c'è Martina Ceretti, il suo amico pierre milanese Federico Monzino, 29 anni, discendente di una importante famiglia di imprenditori che negli anni '30 fonda la Standa, e, infine, Fabrizio Corona, già condannato per estorsione e spaccio di denaro falso. Le chat, testi e audio, fra Bova e Martina, vengono girate a Monzino. A detta della Ceretti, in buona fede. Contemporaneamente qualcuno, con un numero di telefono intestato a un prestanome, tenta un ricatto, per niente velato, a Bova. «Lunedì esce su Falsissimo, arriva a Corona, posso non farlo accadere () risolviamo in privato, se vuoi farmi un regalino». Bova non fa in tempo a denunciare che i suoi messaggi finiscono nelle mani di Corona. «Me li hanno inviati Federico e Martina sul mio cellulare da un pc - sostiene -. Avevo il consenso della diretta interessata. Non ho commesso illeciti». Il 21 luglio, nonostante la Ceretti chieda al pierre di «fermare Corona», vengono pubblicati. Le avance diventano di dominio pubblico.

Quello che interessa alla Procura, soprattutto, è la tentata estorsione.

Chi, dei tre, ha chiamato Bova per chiedergli soldi? Monzino, interrogato, nega. La Ceretti pure. Corona li accusa: «sotto l'effetto di sostanze, sono stati loro due a inviare i messaggi a Bova». Intanto la polizia postale ha sequestrato il cellulare di Monzino e della Ceretti per analizzarli.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica