Caso Ramy, condannato a 2 anni e 8 mesi l'amico che guidava lo scooter

L'accusa è di resistenza a pubblico ufficiale. I sei militari sulle gazzelle sono stati ammessi come parte civile, accolta la richiesta dei pm

Incidente Ramy
Incidente Ramy
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È di 2 anni e 8 mesi di reclusione la condanna per Fares Bouzidi, amico di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano che era in sella allo scooter guidato dal 22enne e che morì cadendo nello schianto, al termine di un inseguimento. Il gup Fabrizio Filice ha accolto la richiesta dei pm di Milano, Giancarla Serafini e Marco Cirigliano, nell'ambito del processo abbreviato per resistenza a pubblico ufficiale. Nella stessa udienza, il giudice ha ammesso come parti civili i sei carabinieri che hanno fisicamente preso parte all'inseguimento forsennato durato 8 km per le vie del centro di Milano.

Nei loro confronti, Bouzidi è stato condannato a versare 2mila euro per ciascuno. È stata respinta la costituzione proposta da un'associazione vicina ai militari, così come la richiesta di far entrare una consulenza tecnica depositata dalla difesa, gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, nel fascicolo processuale. Il giudice si è preso 90 giorni per il deposito delle motivazioni. È stata, inoltre, ordinata la confisca di quanto sequestrato la notte dell'incidente: 850 euro in contanti che aveva in tasca.

Secondo la ricostruzione dei pm, la notte dell'incidente Fares era alla guida del T Max "senza aver conseguito la patente" e "dopo aver assunto sostanze stupefacenti". Ma il tribunale, nella giornata di ieri, lo ha assolto dall'accusa di spaccio. Invece di fermarsi all'alt dei carabinieri, Bouzidi aveva accelerato dando il via ad un inseguimento "a velocità elevatissima", mettendo in atto "manovre pericolose", mantenendo "una velocità di gran lunga superiore rispetto ai limiti consentiti", attraversando da una parte all'altra la città e percorrendo vie contromano o sorpassando a destra. All'arrivo in Ripamonti, all'incrocio con via Quaranta, avvenne il tragico schianto che costò la vita a Ramy.

Per questo incidente, Bouzidi è indagato insieme al carabiniere che era alla guida dell'ultima gazzella inseguitrice ma, secondo la consulenza chiesta dai pm, quando lo scooter tentò di svoltare a sinistra all'incrocio, sbandò e deviò improvvisamente a destra e il carabiniere che lo tallonava se lo trovò in traiettoria. Non poteva sterzare né a sinistra né a destra, altrimenti avrebbe travolto o la moto o un passante. Quindi, mise in atto una frenata di emergenza.

La circostanza potrebbe portare i pm a chiedere l'archiviazione per il militare e a chiudere le indagini per omicidio stradale, in vista della richiesta di processo, per Bouzidi che, sempre a detta del consulente, con la sua "guida spregiudicata ed estremamente pericolosa" si è "assunto il rischio delle conseguenze".

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