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Chico Forti può uscire dal carcere per lavorare: per lui un corso per pizzaioli e lezioni di windsurf

Il Tribunale di Sorveglianza ha dato l'ok dopo aver respinto a settembre la richiesta di libertà vigilata

Chico Forti può uscire dal carcere per lavorare: per lui un corso per pizzaioli e lezioni di windsurf
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Per la prima volta da quando è tornato in Italia, Chico Forti potrà uscire dal carcere su autorizzazione del Tribunale per lavorare. Un permesso che gli è concesso in base all'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario e che gli permetterà di frequentare un corso di formazione professionale per pizzaioli, fare volontariato con anziani e insegnare windsurf ai disabili. A rivelarlo è il Gazzettino di Venezia, il quale sottolinea anche che l'istantza dei legali è stata accettata a seguito di un primo rifiuto a settembre per una richiesta di liberazione condizionale. Il rifiuto era stato motivato dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia in quanto, secondo le valutazioni effettuate, non sarebbero emersi "sentimenti di colpa o di autentico dispiacere per i familiari della vittima né per i propri familiari", sottolineando il "mancato risarcimento del danno, anche solo parziale".

Il permesso per lavorare all'esterno del carcere è arrivato dopo che Forti, lo scorso giugno, aveva ottenuto il permesso di frequentare le aule studio del carcere. Da febbraio, invece, poteva usufruire di permessi per visitare la madre a Trento. Ora Forti potrà lasciare la propria cella durante il giorno per farvi rientro la notte: le sue giornate saranno inizialmente scandite dai corsi per la panificazione, propedeutici per il successivo avviamento alla professione di pizzaiolo. Nel frattempo potrà insegnare windsurf, in una scuola locale dove, riferisce il Corriere della sera, dovrebbe percepire uno stipendio di circa 1500 euro. Dovrà quindi dedicarsi alle operazioni di volontariato con gli anziani e con i ragazzi disabili, ai quali insegnerà sport velici in un circolo di Malcesine.

La vicenda giudiziaria di Chico Forti ha inizio il 15 febbraio 1998, quando il corpo di Dale Pike viene rinvenuto sulla spiaggia di Sewer Beach, a Miami. Pike era figlio di Anthony Pike, proprietario del Pikes Hotel di Ibiza, con cui Forti era in trattativa per l'acquisto della struttura.

Secondo la ricostruzione della procura della Florida, Forti avrebbe attirato Dale Pike in una trappola per ucciderlo, temendo che il giovane potesse interferire con la compravendita dell'hotel o che avesse scoperto un tentativo di truffa ai danni del padre, descritto dall'accusa come incapace di intendere per motivi di salute. Forti si è sempre dichiarato innocente e dopo 24 anni trascorsi in diverse strutture detentive della Florida, il trasferimento in Italia è stato reso possibile grazie alla Convenzione di Strasburgo.

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