Cronaca giudiziaria

Ciro Grillo, l'sms di Silvia all'amica: "Non riuscivo a oppormi"

Oggi la nuova udienza del processo a carico di Ciro Grillo e gli altri tre amici genovesi accusati di stupro di gruppo. In aula è stato mostrato l'sms che Silvia inviò all'amica norvegese

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"Non riuscivo a dire di no e ad oppormi". Sarebbe questo il contenuto di uno degli sms che Silvia (nome di fantasia) inviò all'amica norvegese nelle ore successive al presunto stupro di gruppo da parte di Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e i suoi tre amici genovesi: Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. È quanto trapela dall'udienza a porte chiuse che si è celebrata quest'oggi, venerdì 8 marzo, al Tribunale di Tempio Pausania (Sardegna), dove i quattro imputati sono a processo con l'accusa di violenza sessuale. Il dibattimento riprenderà il prossimo 2 maggio.

L'amica norvegese di Silvia

Stamattina sul banco dei testimoni si è seduta Mia (altro nome inventato), l'amica norvegese di Silvia. La ragazza, assistita da una traduttrice, ha deposto in inglese e riferito dei messaggi ricevuti dalla presunta vittima dello stupro di gruppo. La giovane ha risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso e del pool di avvocati della difesa. Quanto alle chat - quattro cartelle allegate al corposo fascicolo d'inchiesta - è stato affidato l'incarico a un perito per la trascrizione e traduzione dall'inglese dei messaggi intercorsi tra le due ragazze. "Tutto il contenuto delle chat intercorse tra le due ragazze verrà periziato. Le domande a commento di una chat non erano ipotizzabili o ammissibili", ha spiegato al termine dell'udienza l'avvocato Gennaro Velle, difensore di Francesco Corsiglia.

Le due chat

Agli atti dell'inchiesta ci sarebbero due conversazioni di particolare importanza tra Silvia e l'amica. La prima, della durata di 21 minuti, risalirebbe al giorno successivo alla notte del presunto stupro, il 18 luglio del 2019. E poi un'altra, quando la presunta vittima comunica a Mia che ha deciso di denunciare i quattro ragazzi genovesi. L'amica tenta di confortarla e le offre il suo sostegno: "Sono d'accordo, sono con te" dice la ragazza norvegese. Nei primi giorni in cui comunicano fra loro "nessuna delle due ragazze parla di violenza", hanno sottolineato gli avvocati della difesa Mariano Mameli, legale di Edoardo Capitta, e Antonella Cuccureddu, che assiste Francesco Corsiglia, "e neppure di una denuncia".

Due versioni discordanti

I fatti contestati ai quattro imputati risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 e si sarebbero verificati nella residenza estiva della famiglia Grillo in Costa Smeralda (Sardegna). Silvia e l’amica Roberta (anche lei parte civile nel processo) avevano conosciuto Ciro Grillo e gli amici genovesi in un noto locale dell'isola. Al termine della serata, durante la quale erano stati consumati diversi drink, le due studentesse avevano seguito la comitiva di ragazzi nell'appartamento a Cala di Volpe. Su quanto accaduto nelle ore successive ci sono due versioni discordanti. Silvia sostiene che i ragazzi l'avrebbero costretta a bere e di essere stata violentata più di una volta.

Gli imputati respingono le accuse, ritenendo che la ragazza fosse consenziente.

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