Inchiesta di Pavia, contestato peculato per 750mila euro ai pm. I fari su Garlasco

Cosa viene contestato all’ex pm di Pavia Mario Venditti. Il legame sulle indagini sul delitto di Garlasco

Inchiesta di Pavia, contestato peculato per 750mila euro ai pm. I fari su Garlasco
00:00 00:00

Se prima l’opinione pubblica si sentiva confusa sul delitto di Garlasco, ora potrebbe esserlo ancora di più. Perché l’incrocio tra la nuova indagine in merito all’omicidio di Chiara Poggi, trucidata il 13 agosto 2007, e l’operazione 37790, con cui la procura di Brescia pare miri a disvelare un presunto “sistema Pavia”, è più complesso di quanto si pensi.

Nel mirino degli investigatori c’è Mario Venditti, il pm che nel 2017 chiese l’archiviazione nella seconda indagine a carico di Andrea Sempio su Garlasco: sul pm è al vaglio un presunto caso di corruzione e peculato ammutante a 750mila euro e una decina d’auto di grossa cilindrata. Venditti è stato oggetto nelle scorse settimane di una perquisizione e alcuni sequestri: negli atti depositati al Riesame di Brescia - contro cui Venditti, difeso dall’avvocato Domenico Aiello, ha fatto ricorso per essere stato oggetto di perquisizioni e sequestri - ci sarebbero le presunte “anomalie” che la guardia di Finanza di Brescia e Pavia nonché i carabinieri del nucleo investigativo di Milano hanno messo in evidenza.

Il legame con Garlasco sarebbe in un bigliettino, sequestrato nei scorsi mesi in casa Sempio, che riportava la dicitura “Venditti archivia x 20.30 euro” e in alcune intercettazioni a carico dell’indagato, che, intercettato l’8 febbraio 2017, disse: “M’ha chiamato qua un maresciallo dei carabinieri che mi dice: io so che lei aveva già parlato con l'altro, con Sapone. E mi fa: io dovrei passare lì tra mezz'oretta perché devo farle alcune domande”. Per gli inquirenti “non si comprende” in quale “occasione e per quale motivo Sempio aveva già avuto modo di parlare con il luogotenente Sapone”, dato che “l’invito a rendere interrogatorio, gli veniva notificato solo il pomeriggio”. Silvio Sapone è l’ex carabiniere che con il collega Giuseppe Spoto è stato perquisito a fine settembre nell’ambito di Clean 2, all’interno della quale è stato perquisito anche Pietro Paolo Mazza, pm a Pavia fino al 2024.

L’avvocato di Mazza Massimo Dinoia ha spiegato che il pm acquistò nel 2017 una Mercedes in leasing, pagandola quasi 45mila euro, pagando “le rate ogni mese e poi riscattò la macchina nel marzo del 2019 pagando l'ultima rata da 20mila euro”. Alcuni mesi più tardi l’auto sarebbe stata venduta per la metà del prezzo d’acquisto a una società dei fratelli D’Arena, titolari di una società di intercettazione.

Dinoia ha aggiunto: “In relazione alle notizie emerse, non abbiamo la più pallida idea: non abbiamo mai sentito parlare né di 750mila euro, né di dieci macchine. Il decreto di perquisizione, infatti, non fa riferimento né ai primi, né alle seconde”.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica