Colpo di scena al processo per la tragedia del Mottarone: il gup chiede di riformulare le accuse

Il gup del tribunale di Verbania ha chiesto di riformulare i capi d'imputazione relativi alle richieste di rinvio a giudizio nei confronti di 5 persone e due società. Nella tragico schianto della funivia, avvenuto tre anni fa, morirono 14 persone

Colpo di scena al processo per la tragedia del Mottarone: il gup chiede di riformulare le accuse
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Colpo di scena all'udienza preliminare del processo per lo schianto della funivia alle pendici del Mottarone che, il 23 maggio del 2021, provocò la morte di 14 persone. Il gup del tribunale di Verbania Rosa Maria Fornelli ha chiesto al pm di riformulare i capi d'imputazione relativi alle richieste di rinvio a giudizio nei confronti di cinque persone e due società imputate a vario titolo per la tragedia. La decisione, che di fatto smonta l'impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Verbania, ha suscitato rabbia e indignazione tra i parenti delle vittime. "Mi aspettavo una fine e mi aspettavo che ci fosse un processo. La cosa più importante è che vadano tutti al processo: la colpa secondo me non è solo di uno, è una catena", il commento di Vincenza Minutello, la mamma di Silvia Malnati, la 26enne varesina morta nel drammatico incidente. La prossima udienza è fissata per il 12 settembre.

La decisione del gup

Il gup, accogliendo le tesi delle difese, ha invitato la Procura di Verbania alla riformulazione dei capi d'imputazione, ritenendo che debbano essere escluse le aggravanti dell'antinfortunistica e la sussistenza dei reati dolosi. Secondo il giudice, infatti, le accuse vanno contestate esclusivamente come disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Qualora il pm dovesse decidere di non accogliere l'invito del gup, quest'ultimo potrebbe rinviare il fascicolo alla Procura. In tal caso si ripartirebbe dalla chiusura delle indagini preliminari, ovvero al punto di partenza.

Le richieste di rinvio a giudizio

La procuratrice Olimpia Bossi e la sostituta Laura Carrera avevano chiesto il processo per cinque persone e due società: Luigi Nerini, titolare di Ferrovie del Mottarone (la società concessionaria dell'impianto), Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, Martin Leitner, consigliere delegato di Leitner (la società di Vipiteno che si occupava delle manutenzioni dell'impianto), Peter Rabanser, responsabile del customer service, e di Ferrovie del Mottarone e Leitner. La Procura nel suo primo intervento, in apertura dell'udienza preliminare a giugno, aveva chiesto invece il non luogo a procedere per Anton Seeber, presidente della Leitner. Le ipotesi di reato a vario titolo erano attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime e solo per Tadini e Perocchio anche il falso.

Le difese: "Soddisfatti. Criticità nei capi d'imputazione"

"Sono soddisfatto perché la giudice ha perfettamente interpretato il suo ruolo garantista e equidistante cercando di mettere ordine in capo di imputazione che meritavano di essere sistemati. Accogliendo le doglianze della difesa Tadini almeno sui punti chiave", dice all'Adnkronos l'avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini. Esprime soddisfazione anche l'avvocato Pasquale Pantano, legale di Luigi Nerini: "Il gup ha escluso i reati dolosi e soprattutto ha messo una cesura tra reati per violazione della norma a presidio della sicurezza dei lavoratori, che ha chiamato 'rami secchi', e la materia della sicurezza dei trasporti che è quella su cui si dovrà sviluppare la discussione anche già dall'udienza preliminare a settembre".

"Il Gup ha dato anche dei suggerimenti. Una procura attenta deve tenerne conto, perchè poi si trova un giudice di fronte al processo o all'udienza preliminare", aggiunge infine l'avvocato Andrea Da Prato, difensore di Enrico Perocchio.

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