
Andrea Cavallari, condannato per la strage di Corinaldo, ha fatto perdere le sue tracce dopo essere uscito dal carcere della Dozza per godere di un permesso premio che gli era stato concesso per concludere il percorso di studi universitari e partecipare alla proclamazione. Giovedì scorso, il 3 luglio, è uscito dal carcere dove si trova recluso da 3 anni senza la scorta della polizia ma accompagnato dai suoi genitori. Sarebbe dovuto rientrare presso l'istituto penitenziario ma non vi ha mai fatto ritorno: pare che una volta rimasto solo con la sua fidanzata abbia fatto perdere le proprie tracce.
Non si hanno per ora sue notizie ed è ricercato dalle forze dell'ordine, risultando formalmente evaso. Deve scontare una pena complessiva pari a 11 anni e 10 mesi per quanto accaduto nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona. È accusato di fare parte della cosiddetta "banda dello spray" nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 causò la morte di cinque ragazzi minorenni e di una mamma. Per quei fatti è stato condannato in via definitiva e finora si era dimostrato un detenuto modello, che non aveva mai causato problemi all'amministrazione penitenziaria. Tre anni fa, poco dopo il suo ingresso in carcere si era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna, scegliendo di seguire il corso di laurea triennale in Scienze Giuridiche con specializzazione in Consulente del lavoro e delle relazioni aziendali.
"Stiamo cercando di lavorare affinché, in situazioni simili, venga dato più spazio alla polizia penitenziaria nell’osservazione dei detenuti come elemento di valutazione per il loro eventuale accesso ai benefici", ha dichiarato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe. Non è noto dove possa essersi nascosto e se qualcuno lo stia aiutando, ora dovrà rispondere del reato di evasione, previsto dall'articolo 385 del Codice Penale, che comporta conseguenze legali significative, inclusa una nuova condanna e la revoca di tutti i benefici penitenziari precedentemente concessi.
La banda era composta da 8 membri, tutti giovani della bassa modenese, che utilizzavano lo spray al peperoncino per derubare le proprie vittime. Accadde lo stesso nella discoteca di Corinaldo, dove si scatenò il panico e si consumò la tragedia.