Cronaca giudiziaria

La famiglia Soumahoro al riesame: le mosse per ottenere il dissequestro dei beni

Liliane Murekatete ha scelto di rivolgersi al tribunale di Latina, la madre e il fratellastro invece a Roma. Le diverse strategie per ottenere il dissequestro dei beni

La famiglia Soumahoro al riesame: le mosse per ottenere il dissequestro dei beni

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C’è attesa per la sentenza del tribunale del riesame di Latina e Roma sui provvedimenti di sequestro dei beni nei confronti dei familiari del deputato Aboubakar Soumahoro. Mentre l’indagine procede con l’acquisizione di nuovi documenti da parte della guardia di finanza relativi ai rapporti tra la coop Karibù e alcuni Comuni, gli indagati cercano di chiarire le loro posizioni al riesame.

La strategia di lady Soumahoro

La più determinata a negare ogni coinvolgimento rispetto alle accuse è fino a questo momento Liliane Murekatete, la moglie di Soumahoro. Difesa dall’avvocato Lorenzo Borrè, Murekatete ha fin dal primo momento negato ogni addebito, spiegando di non essere mai stata coinvolta in decisioni gestionali nel periodo oggetto di indagine, in quanto era in stato di gravidanza. A sostegno delle sue dichiarazioni ha presentato dapprima un dossier e poi chiesto l’uso dei tabulati telefonici per dimostrare che non si trovava in attività. Da ultimo ha anche trovato una testimone a suo favore, secondo la quale la firma in un primo tempo riferita a lady Soumahoro l’avrebbe invece messa lei, ex dipendente della cooperativa. I giudici vaglieranno anche questo aspetto. Murekatete ha presentato ricorso al tribunale di Latina ed è attesa nei prossimi giorni la sentenza del collegio presieduto dal giudice Gian Luca Soana.

La diversa strategia degli altri indagati

Il 4 febbraio saranno invece discussi i ricorsi di Marie Therese Mukamitsindo e Michel Rukundo, questa volta davanti al Tribunale per il riesame di Roma. Una strategia diversa quella dei legali della madre e del fratellastro di lady Soumahoro che mira comunque a ottenere il dissequestro dei beni. L'obiettivo comunque è il medesimo per tutti: ottenere l'annullamento del provvedimento emesso dalla procura di Latina. L’inchiesta della procura intanto prosegue e nelle scorse settimane sono stati raccolti nuovi documenti da parte degli investigatori che sono andati a Sezze, Roccagorga e Priverno.

I reati ipotizzati sono evasione fiscale e fatture per operazioni inesistenti.