L'hawala, le case segrete, le tariffe: così agiva la cellula milanese di scafisti

Spostamenti di denaro tramite una rete informale tra Milano e l'Africa, ma anche strategie di movimento sicure per non essere intercettati: smantellata la rete di facilitatori dell'immigrazione

L'hawala, le case segrete, le tariffe: così agiva la cellula milanese di scafisti
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Smantellata in Italia una rete di facilitatori che operava tra il nostro Paese, la Grecia e l'Africa. La Polizia di Stato ha eseguito i fermi a carico di 10 soggetti di origine egiziana, indagati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonché esercizio abusivo dell’attività creditizia. Un'indagine lunga oltre un anno che ha permesso di capire come agisce la rete dell'immigrazione clandestina nel nostro Paese e l'Africa, tra conti segreti, spostamenti camuffati in nord Africa e viaggi della morte su barchini poco sicuri.

L'indagine è stata resa possibile dal supporto dell'Europol nell’ambito dell’Operational Task Force Mediterraneo, a guida italiana, che ha permesso di mettere insieme gli indizi per individuare a Milano i cardini dell'organizzazione, un sodalizio composto da cittadini egiziani che avevano imparato a muoversi tra le maglie del mercato dell'immigrazione. La cellula operante su Milano era inserita in un network internazionale molto attivo che aveva ramificazioni anche in altri Paesi europei, oltre che in Egitto, e operava su due linee delittuose, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cittadini di nazionalità egiziana e il connesso esercizio abusivo di attività di prestazione di servizi di pagamento.

L'organizzazione era piuttosto articolata e prima della partenza dei barconi prevedeva il trasferimento dei migranti nelle cosiddette safe house, ossia abitazioni affittate per lo scopo lungo le coste del nord Africa, nei pressi degli spot di partenza. È una pratica comune tra i trafficanti in Tunisia e in Libia, così come abbiamo documentato nel reportage sull'immigrazione clandestina de il Giornale, che ha posto il focus su quanto accade dall'altra parte del Mediterraneo. "All'inizio verresti a casa mia, in attesa che il tempo sia favorevole per il lancio, poi andremo al villaggio. Qui sarai sistemato in una casa in buone condizioni per circa due giorni e poi andrai all'imbarco con uno di noi per la partenza", ci disse uno degli anelli di un sodalizio criminale che agiva in Nord Africa. Ma prima di arrivare alla "casa comune", l'organizzazione smantellata dalla polizia chiedeva il pagamento.

Questo avveniva tramite una rete di conti paralleli riconducibili ai facilitatori a Milano attraverso un sistema fiduciario, l'hawala che funziona tramite un trasferimento di fondi tra privati. A Milano esisteva una famiglia specializzata in questo tipo di transazioni: il migrante che doveva partire trasferiva i fondi a Milano, con l'ovvio sovrapprezzo rispetto alla tariffa pattuita per la traversata che tratteneva l'hawaladar, che poi consegnava il denaro ai facilitatori, al netto della sua parte. Per coprire tutte le spese di viaggio dall'Egitto all'Italia, con anche il passaggio del confine tra Egitto e Libia, ogni migrante spendeva con questa organizzazione tra i 4 e i 6 mila euro.

Sono state in tutto 8 le traversate compiute da questo sodalizio, di cui una conclusa in naufragio che ha richiesto l'aiuto dei soccorsi italiani. La maggior parte avevano come destinazione la Grecia, una è terminata a Lampedusa e una a Civitavecchia.

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