
Nessuno discute che la ricerca della verità su un omicidio non debba avere scadenza, lo prevedono i codici e il buonsenso comune. Ma già il fatto che dopo 18 anni magistrati e inquirenti cerchino in Andrea Sempio un nuovo assassino di Chiara Poggi significa che Alberto Stasi (da nove anni in cella per quel delitto, e non è ancora finita) non è stato condannato come vorrebbe la legge oltre ogni ragionevole dubbio, bensì in base a un teorema, peraltro imposto dalla Cassazione che aveva smentito le sentenze assolutorie di primo e secondo grado. L'imperatore Giustiniano già 1500 anni fa aveva fatto scrivere nel codice Digesto che in una società civile «è meglio un colpevole in libertà di un innocente in carcere», cioè che quando non v'è certezza di colpevolezza è meglio che il giudice accetti il rischio di assolvere un colpevole piuttosto che quello di condannare un innocente. In Italia invece le cose funzionano spesso all'inverso, basta mettere in fila recenti fatti di cronaca. Dopo solo cinque anni di detenzione la magistratura ha permesso di uscire dal carcere a un assassino conclamato - quell'Emanuele De Maria che è prontamente tornato ad uccidere prima di gettarsi dal Duomo di Milano - ma tiene agli arresti (solo di recente allentati) uno che oggi essa stessa non ritiene essere certamente l'omicida di Chiara Poggi, al punto da perquisire le case di nuovi sospettati. Tutto questo accade per un mix di incompetenza, approssimazione e voglia di giustizia spettacolo, quella giustizia prigioniera della sua arroganza e incapace di tornare sui suoi passi quando appare ovvio che la strada intrapresa non porta a mete certe. Di questo, e non delle riforme che spettano al potere politico, dovrebbe occuparsi il Csm, facendo pulizia all'interno della categoria, sanzionando severamente chi non si dimostra all'altezza del compito che gli è stato affidato.
Il dubbio è che lo show di ieri con tanto di canale dragato a distanza di 18 anni dai fatti - contro i nuovi sospettati, non sia poi così diverso da quello messo su anni fa ai danni di Alberto Stasi. Esigiamo certezze e verità, non passare da un colpevole all'altro, perché così entrambi saranno comunque marchiati a vita dal sospetto e Chiara non avrà giustizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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