"Un errore i messaggi a Corona". L'ammissione di Monzino sul caso Bova

Il pr ha ammesso che inviare quei messaggi a Corona è stata "una cavolata colossale e non ho scuse"

"Un errore i messaggi a Corona". L'ammissione di Monzino sul caso Bova
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Federico Monzino è il pr che, indirettamente, ha innescato la "bomba" del caso Bova. È stato lui a inviare i messaggi a Fabrizio Corona, che poi li ha pubblicati nel suo canale YouTube: quello sarebbe stato l'obiettivo iniziale fin da subito, far emergere il nome di Martina Ceretti e renderla famosa. O, almeno, questo è ciò che Monzino continua a sostenere. Inizialmente ci sarebbe stato anche il consenso della modella a fare uscire quelle conversazioni ma poi sarebbe stato ritirato.

"C’è stato un avvicinamento emotivo. Quando si prova un sentimento per qualcuno, è naturale che le cose evolvano in quella direzione. Ci siamo conosciuti, abbiamo iniziato a frequentarci più spesso e, con il tempo, c’è stata una connessione che si è fatta sempre più forte. Non nascondo che i sentimenti sono diventati parte di questa vicenda", ha dichiarato Monzino al settimanale Chi, aggiungendo poi che "guardando indietro, vedo chiaramente che le emozioni possono influenzare le scelte e, in questo caso, le nostre decisioni non sono state le più razionali". Ammette che inviare quei messaggi è stata "una cavolata colossale e non ho scuse… Ho una formazione, una famiglia, un’esperienza che avrebbero dovuto darmi la lucidità per decidere, e invece ho perso di vista ogni razionalità e mi sono comportato da imbecille".

Nella sua intervista ha anche ribadito quale sia stata la sua ragione per agire in quel modo: "L'abbiamo fatto perché pensavamo che potesse aiutare Martina a ottenere la visibilità che desiderava… Non volevo fare soldi da questa vicenda, non ero 'alla canna del gas' in senso economico, non ho mai avuto problemi di soldi e penso che mai li avrò… La mia scelta è stata dettata da un desiderio, per quanto ingenuo, di aiutare Martina". La modella, ha spiegato Monzino, "non ha mai esplicitamente cercato fama come 'amante di un noto attore'" ma a causa del loro comportamento, hanno fatto in modo che Martina Ceretti diventasse un nome noto in relazione proprio a una vicenda personale: "Questo è stato un errore di valutazione da parte nostra".

Il fatto che lui sia benestante, perché erede di una delle famiglie più in vista della Milano del boom economico, a suo avviso dovrebbe essere "un chiaro indicatore che non avevo alcun bisogno di ricorrere all'estorsione", in merito

ai messaggi da mittente sconosciuto inviati a Bova sui quali sta indagando la procura di Milano. Monzino, così come gli altri nomi coinvolti, non risultano indagati ma sono stati sentiti come persone informate sui fatti.

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