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Espulso 7 volte in 2 anni ma ancora in Italia: il record dell’egiziano a Rebibbia

L'uomo si trova dal 1 dicembre nel carcere romano ma ha accumulato una lunghissima serie di reati prima che venisse assicurato alla giustizia e ora fino al fine pena non può essere espulso

Espulso 7 volte in 2 anni ma ancora in Italia: il record dell’egiziano a Rebibbia
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Commettere una lunga serie di reati, venire espulso dall'Italia ma continuare a viverci e a, oltretutto, a delinquere. Può essere riassunta così la cronologia criminale di un 30enne egiziano, ricostruita dal quotidiano il Tempo, che per due anni ha infranto innumerevoli volte la legge riuscendo, in qualche modo, sempre a farla franca. Almeno fino allo scorso 1 dicembre, quando è stato recluso nel carcere di Rebibbia. Ma, nel frattempo, ha accumulato 7 ordini di espulsione, ovviamente mai rispettati.

L'ultima accusa per lui è estorsione e furto ma dal 2023 a quando è stato assicurato al carcere non si contano le segnalazioni e gli arresti, il primo proprio nel marzo 2023 per mano della Polfer per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale presso la stazione laziale di Lido di Lavinio. Arrestato, dopo 24 ore viene convalidato, e la questura decide per l'espulsione ma l'egiziano non lascia l'Italia. Passano due settimane ed è di nuovo la Polfer ad arrestarlo, conducendolo nel carcere di Viterbo, dove alloggia fino ad aprile 2024. Quando esce viene emesso il secondo decreto di espulsione entro sette giorni, che viene seguito a maggio dalla consegna di "decreti atti a offendere" e da un terzo decreto di espulsione.

In quell'occasione riceve una denuncia a piede libero e, ovviamente, non lascia l'Italia ma si trasferisce a Roma, dove si tornano ad avere sue tracce ad agosto, quando il Commissariato Viminale lo denuncia per furto aggravato, così come a ottobre, e arriva l'ennesimo decreto di espulsione. Meno di una settimana dopo è il Commissariato Quirinale a denunciarlo per spaccio: l'arresto viene convalidato ma ancora una volta resta a piede libero con il solo obbligo di firma. Non è finito ottobre che viene fermato una terza volta dai carabinieri del Nucleo Scalo Termini per false dichiarazioni a pubblico ufficiale e ricettazione. Ancora denunciato, ancora a piede libero, ma con il sesto decreto di espulsione.

A novembre aggiunge il suo settimo decreto di espulsione per "furto con strappo e di porto di armi e oggetti atti a offendere", quindi a dicembre si arriva all'arresto a Rebibbia per "estorsione e furto" e ora dovrà restare in carcere e solo dopo il fine pena potrà essere espulso nuovamente, si spera con accompagnamento alla frontiera.

Questo è un caso limite ma di situazioni come questa ce ne sono innumerevoli: i decreti di espulsione si affidano alla buona fede del ricevente per essere messi in pratica. Ma come raccontano anche le cronache, nessuno lascia davvero il Paese. Al massimo si trasferiscono in un altro Paese europeo, se riescono a passare i confini.

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