Vittorio Feltri assolto dall'accusa di istigazione all'odio razziale

"Il fatto non è previsto dalla legge come reato", è la formula assolutoria a favore del direttore editoriale del Giornale, che era imputato per una serie di articoli e dichiarazioni in tv tra il 2017 e il 2020 sui "meridionali inferiori"

Vittorio Feltri assolto dall'accusa di istigazione all'odio razziale
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Vittorio Feltri è stato assolto dall'accusa di istigazione all'odio razziale. Il giudice per l'udienza preliminare di Roma, Claudio Carini, ha assunto questa decisione in favore del direttore editoriale de Il Giornale perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Una formula che arriva dopo che già il pubblico ministero, Francesco Cascini, ne aveva sollecitato l'assoluzione. Imputato nell'udienza Gup che si è svolta questa mattina nella città giudiziaria di piazzale Clodio, Feltri era stato denunciato per istigazione all'odio razziale dall'ex senatore del Movimento 5 Stelle Saverio De Bonis, per avere dichiarato pubblicamente - nel periodo compreso tra il 2017 e il 2020 - in alcuni articoli di stampa e in alcuni talk show televisivi dove era ospite che "i meridionali sono inferiori" e che "tra Nord e sud c'è un abisso. Milano grande e Roma grande immondezzaio di Italia. Al Sud sono contro le autonomie perché vogliono vivere sulle spalle degli altri". L'assoluzione del giornalista arriva a seguito del rinvio a giudizio con rinvio abbreviato nello scorso mese di febbraio.

"Bisogna difendere la dignità del Sud. È una scelta che rifarei sempre e comunque. Anche perché non c'è nessun giornalista del Meridione che offende la popolazione del Nord. Siamo uniti, siamo l'Italia". A parlare così sei mesi fa era stato l'ex parlamentare grillino che aveva querelato Feltri nel 2020 per avere firmato articoli giornalistici e partecipato a trasmissioni televisive distinguendosi per l'utilizzo di toni offensivi nei confronti delle regioni del Mezzogiorno e dei loro abitanti. De Bonis si mostrava curioso per l'esito del procedimento. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il 5 marzo 2024 aveva affermato: "Ho appreso dalla carta stampata che il mio esposto è stato ritenuto meritevole di attenzione da parte della Procura. Sono soddisfatto, anche perché credo che queste offese non possano essere tollerate. D'altra parte - sottolineava -. Feltri non ha mai nascosto queste sue posizioni".

In realtà, lo stesso Feltri aveva risposto nei dettagli a questo tipo di accuse già quattro anni fa, rispondendo a una lettera di un lettore di Libero di cui allora era direttore editoriale. Nel dire in tv che i meridionali sono inferiori ai settentrionali "non mi riferivo affatto alle loro qualità morali e intellettuali, bensì al fattore economico, nettamente svantaggioso rispetto al Settentrione", spiegava. "Ovviamente la diversità di reddito fra le due zone del Paese provoca problemi facili da appurare e difficili da risolvere. In sostanza, le mie dichiarazioni fraintese si riferivano ai portafogli e non certo ai cervelli, quindi nulla di antropologico e tutto finanziario". Vittorio Feltri si era quindi solo limitato "a sottolineare la verità. La mia esternazione pertanto non è stata infelice, semmai male interpretata da chi non riflette su quanto ascolta e su quanto legge - aggiungeva -. Per essere uomini provveduti non basta nascere a Milano o a Napoli.

La categoria degli stolti è universale e si sviluppa ad ogni latitudine, nonostante talvolta ci siano cretini più cretini di altri. Dare a me dell'antimeridionale significa trascurare la mia storia e il mio operato".

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