Garlasco, annullato per la terza volta il sequestro dei device di Venditti

Il tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di sequestro dei dispositivi elettronici dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti

Garlasco, annullato per la terza volta il sequestro dei device di Venditti
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Per la terza volta è stato annullato il decreto di sequestro di pc e dispositivi informatici a carico dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato per presunta corruzione nell’ambito dell’inchiesta della procura di Brescia Clean 2.

A pronunciarsi è stato il tribunale del Riesame di Brescia, presieduto da Giovanni Pagliuca, che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Domenico Aiello, difensore di Venditti, contro il decreto di sequestro disposto dalla pm Claudia Moregola e dal procuratore di Brescia Francesco Prete del 24 ottobre 2025. Ordinata inoltre la restituzione dei dispositivi degli ex carabinieri pavesi Giuseppe Spoto e Silvio Sapone.

Il 17 ottobre precedente il Riesame aveva peraltro ordinato che fossero restituiti all’ex pm di Pavia 3 smartphone, 2 pc, 2 tablet, 2 hard disk e 2 chiavette usb del magistrato in pensione. Tutto questo materiale era stato sequestrati durante le perquisizioni del 26 settembre, giorno in cui era emersa la notizia delle indagini a carico di Venditti. Quindi è stata disposta la restituzione di “tutti i beni sequestrati, unitamente ai dati eventualmente già estrapolati”. Durante il sequestro gli inquirenti avevano preso anche 2 agende cartacee, per le quali non è stata disposta restituzione.

Al momento però i device di Venditti restano ancora nella disponibilità di pm e della Guardia di Finanza di Brescia, poiché la procura aveva chiesto un accertamento irripetibile per le copie forensi e l’estrazione dei dati. La difesa aveva chiesto di procedere con incidente probatorio e la nomina di un perito terzo.

L’avvocato Aiello aveva sottolineato l’assenza di gravi indizi di colpevolezza per procedere con perquisizioni e sequestri, oltre al fatto che la procura avrebbe voluto effettuare una ricerca sui device dal 2014 a oggi senza l’utilizzo di parole chiave, parametri che sono “scritti dalla norma e dalla Cassazione”.

L’indagine per presunta corruzione è altra cosa rispetto alle nuove indagini sul delitto di Garlasco. Il punto di contatto è la famiglia Sempio: Andrea Sempio attualmente indagato per la terza volta per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 - la seconda volta, nel 2017, fu chiesta l’archiviazione per lui da parte di Venditti, che, va ricordato, era pm, e quindi poteva chiedere ma non disporre l’archiviazione, come avrebbe fatto poi il gip - e Giuseppe Sempio, padre di Andrea, attualmente indagato anche lui per corruzione.

Tutto è infatti partito da maggio 2025, quando nel corso di una perquisizione a casa Sempio, fu trovato un appunto, su un foglio di una vecchia agenda, con la dicitura “Venditti gip archivia per 20.30 euro”. Giuseppe Sempio ha riconosciuto di aver scritto l’appunto e nel tempo si è ipotizzato che quella cifra fosse riferita all’acquisto di marche da bollo.

Tuttavia, a quell’epoca, sui conti dei Sempio, furono movimentate cifre per 43mila euro.

L’ex difensore Massimo Lovati ha sempre sostenuto di essere stato pagato in contanti, il che spiegherebbe i movimenti, mentre gli altri ex avvocati di Sempio nel 2017, Federico Soldani e Simone Grassi, sono stati ascoltati dalla procura di Brescia per capire appunto l’approdo di quei movimenti.

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