
Gianni Bruscagin è il supertestimone di Garlasco: ha deciso di parlare a volto scoperto e di puntualizzare la sua versione andata in onda la scorsa settimana nel servizio di Alessandro De Giuseppe. All'inizio del servizio è stata ricostruita la dinamica finora nota dell'omicidio di Chiara Poggi e mandata in onda anche la telefonata di Alberto Stasi al 118. Prima del racconto del supertestimone è stato fatto un ungo excursus sul caso, con tutti i dubbi che lo contraddistinguono.
"Ho deciso di metterci la faccia perché sono stato pubblicamente diffamato", il riferimento è alle dichiarazioni dell'avvocato Tizzoni, che difende la famiglia Poggi, dopo la messa in onda del servizio. È stato il supertestimone a menzionarlo una prima volta, quando afferma che è stato contatto dall'avvocato "una settimana dopo l'omicidio". Ma l'avvocato nega tutto: "Era una delle tante persone che mi contattata proponendo tesi: nel suo caso proponendosi come detective e investigatore privato. Avevo detto che non ero interessato e di andare dai carabinieri". Il supertestimone ha però confermato la sua versione: "Ci siamo incontrati vicino a casa sua e mi ha chiesto aiuto: mi conosceva da tanto tempo e ha pensato che fossi una persona di cui avere fiducia".
Il supertestimone ha già parlato con i carabinieri e ha riferito tutto quanto è di sua conoscenza, quando ha incontrato la persona che gli ha riferito le presunte informazioni in ospedale sul delitto. "Ho scritto tutto per non dimenticare", ha detto il supertestimone a Le Iene, mostrando anche dei foglietti che risalirebbero al 2007, quando lui avrenne preso appunti per ricordare tutti i passaggi di quelle rivelazioni che riguarderebbero una persona vista in atteggiamenti sospetti in quel giorno, che però non sono state confermate.
Intanto la procura di Pavia sta lavorando a testa bassa sul caso e sulla nuova indagine.
Seguendo uno schema ormai consolidato, quello di "rivalutare" tutti gli indizi, recuperandoli ove non repertati e rianalizzandoli se già sottoposti a rilievi, la Procura di Pavia potrebbe a breve disporre nuove consulenze su alcune delle impronte trovate nella villetta dell'omicidio, come l'impronta della suola "Frau" e quelle sul "tappetino".