
L'incidente probatorio di giugno per l'omicidio di Chiara Poggi si avvicina e tutti gli attori coinvolti, dalla procura ai pool difensivi, passando per i consulenti e i periti, stanno lavorando per arrivare preparati. Se da un lato l'opinione pubblica cerca spesso suggestioni che possano indirizzare questo caso, i tecnici lavorano più sui dati scientifici, che sono in fondo quel che conta quando ci si trova a dover dimostrare una tesi. A Pavia, la procura lavora alacremente ed è logico supporre che abbia in mano elementi di cui non ha dato conto: non potrebbe essere altrimenti in un'indagine di questo tipo. Le uniche certezze che al momento si hanno sono la condanna in via definitiva per Alberto Stasi a 16 anni di carcere con l'accusa di aver ucciso l'allora fidanzata, Chiara Poggi e l'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio.
Gli investigatori devono necessariamente ancorare le ipotesi a prove granitiche e, per farlo, in questa nuova fase dell'indagine devono scartabellare i rilievi effettuati 18 anni fa per trovare nuovi elementi sfuggi all'epoca, o magari trovare nuove connessioni con le conoscenze di oggi. L'incidente probatorio di giugno verrà effettuato sul dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, sulle paradesive delle impronte e sui reperti mai analizzati. Si sta lavorando alacremente anche sull'impronta palmare attribuita ad Andrea Sempio, la "papillare 33", che è stata reperata sulle scale dove è stato rinvenuto il cadavere di Chiara. Non sono state trovate tracce di dna su quell'impronta ma secondo gli avvocati di Stasi potrebbero esserci. La procura sta lavorando su quell'impronta ma anche sui tabulati telefonici.
Ci sono le tre chiamate che sono state fatte da Sempio a casa Poggi prima del 13 agosto ma anche la telefonata che una delle sorelle Cappa, non indagate, dice di aver fatto il giorno prima dell'omicidio. Questo dettaglio viene riportato in diversi verbali e il giorno in cui Chiara è stata uccisa, una delle gemelle ha raccontato: "L’ultima volta che ho visto mia cugina è stato sabato 11 agosto (...). Ma domenica verso le 12 ci siamo sentite telefonicamente e ci siamo promesse di vederci il giorno successivo alle 16. Anche in questa circostanza non ho notato nulla di strano nel suo atteggiamento".
Il giorno successivo ripete la stessa versione ai carabinieri di Vigevano: "Per quanto attiene l’orario delle 12 da me indicato quale orario in cui per l’ultima volta ho telefonato alla Chiara, preciso che ricordo di averla chiamata dal mio telefono di casa al suo telefono di casa durante la mattinata del 12 agosto ma non ricordo esattamente l’ora. Si trattava verosimilmente della tarda mattinata". E ancora il 17 agosto: "L’ho sentita l’ultima volta domenica 12, non mi ricordo a quale ora. La chiamai, mi ricordo, dal telefono della mia abitazione. Ma non ne sono sicura. Ritengo comunque di averla sentita per chiederle di passare presso la Croce Garlaschese dove avrei svolto il mio turno di volontariato dalle 15 alle 19.30". Tuttavia, la procura di Pavia non ha trovato ancora la traccia di questa telefonata.
Inoltre, come riferisce il Corriere della sera, gli inquirenti per avere una completezza di indagine acquisirono i tabulati telefonici dei genitori di Chiara Poggi ma mai quelli di suo fratello Marco, che in quei giorni si trovava in montagna con i genitori. Ermanno Cappa, zio della vittima, di recente avrebbe incontrato Fabrizio Corona in una piazza centrale di Milano ma il contenuto di quell'incontro non è stato reso noto.