
Venerdì 4 luglio prosegue l'incidente probatorio del caso di Garlasco per l'omicidio di Chiara Poggi ma dalle indagini finora effettuate non sono emerse particolari novità che possano cambiare la sentenza di condanna definitiva di Alberto Stasi. In Procura a Pavia si lavora in silenzio. Gli unici elementi che emergono sono indiscrezioni non ufficiali, almeno fino a venerdì, quando potrebbe emergere qualcosa di più concreto. Dai resti della spazzatura è emersa solamente la presenza del Dna di Chiara Poggi e di quello di Alberto Stasi mentre dall'analisi delle fascette para-adesive non ci sarebbero tracce biologiche utilizzabili.

Questo incidente probatorio si concentra esclusivamente sulla ricerca biologica ed è probabile che venga richiesta un'estensione per effettuare le prove dattiloscopiche. In queste ore è giallo proprio su un'impronta, repertata nella relazione del Ris del 2007 come "44", che è stata rinvenuta sul muro delle scale che portano alla cantina. Si trova esattamente sotto l'impronta "33" che è stata attribuita per 15 minuzie ad Andrea Sempio. Tuttavia, a seguito dell'approfondimento tecnico richiesto dalla famiglia Poggi ai propri consulenti sull'impronta numero 33, gli stessi "depongono per la sicura estraneità dell'impronta alla dinamica omicidiaria, oltre che per la non attribuibilità della stessa ad Andrea Sempio". È questo che si legge nella nota diramata dagli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, difensori dei familiari di Chiara Poggi.
In quell'impronta non c'è sangue, pertanto non è possibile datarla e collocarla come elemento della scena del crimine: senza ulteriori accertamenti, che non è detto portino qualche risultato. Si tratta prsumibilmente di un'impronta di scarpe che non era stata considerata nell'indagine precedente, una suola tipo carrarmato che sembra essere una strisciata sul muro, esattamente perpendicolare alla "33". In passato l'assenza di sangue l'aveva resa "non utile" ai fini dell'indagine ma oggi potrebbe assumere tutta un'altra importanza, soprattutto se viene inserita nel contesto, dove è presente anche l'impronta 97f, che è una macchia ematica che secondo gli inquirenti sarebbe quella di una mano "strisciata" sul muro. Inoltre, il genetista Marzio Capra, ha riferito a Fanpage.it che la 44 "è l'impronta della ruota di una bicicletta contro il muro".
Quell'impronta, se dovesse risultare utile, potrebbe riscrivere parte della dinamica del delitto di Chiara Poggi ma le indagini non sono così semplici, anche perché a distanza di così tanti anni alcuni reperti, a fronte della condanna definitiva di Stasi, sono stati distrutti. Tra questi anche l'intonaco dell'impronta "33", che esiste solo in fotografia ma non permette di effettuare una ricerca biologica.
Non è chiaro se la procura di Pavia abbia elementi in più che non sono stati resi ancora noti. Tuttavia è probabile che le rilevazioni in 3D effettuate di recente nell'abitazione di Garlasco possano servire anche per dare una spiegazione possibile a quelle impronte.