
L'impronta 33 è al centro della nuova inchiesta aperta dalla procura di Pavia per la morte di Chiara Poggi. Le nuove indagini hanno permesso di attribuirla ad Andrea Sempio, unico indagato di questo nuovo filone ma al momento non può essere di nessuna reale utilità, in quanto non può essere datata e non è possibile avere il dna. La procura la sta cercando negli archivi dei Ris dei carabinieri che eseguirono i prelievi nel 2007 nella villetta di Garlasco ma le notizie finora note non rivelano il suo rinvenimento.
Quell'impronta fu analizzata già nel 2007 per individuare la presenza di Dna ma l'esito fu incerto, in termini tecnici si parlò di campione "inibito". L'inibizione non è dato sapere da cosa fosse dovuta ma è una delle ipotesi è che a renderla inutilizzabile per l'estrazione del DNA sia stata la ninidrina che venne utilizzata per rendere visibile l'impronta latente sul muro: essendo una soluzione a base spesso alcolica, potrebbe aver alterato l'eventuale campione biologico, di cui comunque non è mai stata accertata la presenza. È uno dei dettagli che torna d'attualità nella nuova inchiesta. In uno degli accertamenti nella villetta furono prelevati con un bisturi sterile (e messi in una provetta con la scritta '33 dattilo') "frammenti di intonaco relativi alla parete destra delle scale della cantina sui quali era deposta un'impronta di materiale verosimilmente ematico".
Ma il sospetto sulla presenza del sangue venne smentito a stretto giro: "Una frazione del materiale è stato saggiato al combur test con esito dubbio; si è deciso quindi di operare un obti test che anch'esso ha fornito un esito negativo". È questo il risultato ottenuto dai Ris con due dei test che, ancora oggi a distanza di 13 anni, rappresentano uno dei sistemi più efficaci. "Data la scarsa presenza di materiale, vengono inviati nella loro interezza ai processi estrattivi", si legge nel documento di cui è entrato in possesso Adnkronos. E ancora si legge che "si concorda di conservare quota parte dell'eluito per successive ed eventuali controanalisi".
Tuttavia, tenuto conto che gli approfondimenti sono stati svolti con la formula dell'accertamento irripetibile, quindi alla presenza anche dei consulenti di Alberto Stasi, è ipotizzabile che il materiale sia stato utilizzato completamente per cercare di risolvere il caso.