
L'avvocato Massimo Lovati non abbandona la sua teoria, ovvero che ad uccidere Chiara Poggi sia stato qualcuno che fa parte della massoneria. Non è la prima volta che il legale che difende Andrea Sempio avanza questa ipotesi, e nel corso di un'intervista concessa a La Stampa è nuovamente tornato sull'argomento. Secondo Lovati, dunque, Alberto Stasi e Andrea Sempio sarebbero entrambi innocenti. Il colpevole è da cercare altrove.
Sarebbe quindi inutile indagare su quell'appunto scritto dal padre di Sempio? "Parliamo di una famiglia abituata a conservare tutto. Biglietti di ogni specie: elettricista, idraulico, parcheggi. Mi rendo conto: è curioso che tengano anche un biglietto del genere dopo sette anni", è la risposta dell'avvocato, che poi aggiunge: "C'è una capziosità evidente, da parte dei signori della procura di Brescia. Parlano di 20 o 30 mila euro, ma non è quello che c'è scritto. C'è scritto 20 o 30 euro: è la cifra che serve per ottenere copia dell'atto di archiviazione. È un preventivo di spesa".
Insomma, secondo Lovati sarebbe in corso un tentativo di trovare la verità a tutti i costi. Il biglietto, rinvenuto in libro scritto dall'avvocato Tizzoni (il legale dei Poggi), riporta a suo dire una cifra ridicola che non può giustificare l'accusa di corruzione in atti giudiziari. La verità, quindi, andrebbe cercata altrove. Secondo Massimo Lovati, il caso di Chiara Poggi non troverà mai pace.
Per quanto riguarda le intercettazioni dei Sempio recentemente diffuse, queste non sarebbero da vedere sotto una luce negativa. L'avvocato è convinto: "Sono soldi presi per le spese legali. Uno può farseli prestare. C'erano tre avvocati da pagare. L'uso del contante non è vietato dalla legge". I Sempio, in sostanza, avrebbero semplicemente fatto il possibile per aiutare il figlio. "È chiaro che una famiglia si mobilita e va a cercare avvocati e consulenti", ha spiegato l'avvocato. "Appena ho avuto a disposizione gli atti, ho tranquillizzato Andrea e i suoi genitori. Era un'indagine vuota. Priva di contenuti. L'archiviazione sarebbe stata certa".
Insomma, secondo Massimo Lovati Andrea Sempio è un ragazzo normalissimo, estraneo ai fatti e ingiustamente angariato. L'impronta 33 non sarebbe sua, così come non sarebbe suo il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. E allora perché riaprire il caso? "Io quella ragione la so, ma non la dico a nessuno. Mi dispiace", è stata la sua risposta.
Secondo l'avvocato l'intera vicenda finirà senza alcun colpevole. Terminato l'incidente probatorio, dopo un periodo di 7-8 mesi la procura chiederà il rinvio a giudizio. Il rinvio a giudizio, secondo Lovati, darà la possibilità alla difesa di Alberto Stasi di chiedere la revisione del processo. Al contempo, Sempio sarà poi prosciolto. Il legale rimane dunque convinto che nessuno dei due uomini sia colpevole. A uccidere Chiara sarebbe stato qualcun altro. "Parlo di un'organizzazione criminale, gente che ci mette due secondi a spararti in bocca", ha dichiarato Lovati.
"Basta vedere le ricerche che faceva (Chiara Poggi, ndr), a giugno e luglio del 2007, sulla sua chiavetta Usb".Lovati, dunque, insiste sulla pista del santuario della Bozzola."Pedofilia degli enti ecclesiastici e traffico di organi umani. Io la chiamo massoneria bianca", ha concluso.