
La procura di Pavia sta indagato nuovamente sul caso dell'omicidio di Chiara Poggi con metodo scientifico. Si cercano indizi e prove che siano oggettivi per la risoluzione definitiva di caso. I procuratori non sono evidentemente del tutto certi che Alberto Stasi sia il colpevole di quel crimine efferato, anche se attualmente lui è l'unico condannato con sentenza passata in giudicato. Nel nuovo filone c'è un nuovo indagato, Andrea Sempio, attualmente l'unico a essere stato iscritto nel registro degli indagati per compier gli accertamenti del caso. Ma proprio per non lasciare nulla di intentato, la procura di Pavia acquisirà anche gli atti dell'inchiesta sul ricatto a luci rosse all'ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali.
Questo Santuario non è mai stato realmente centrale nel caso dell'omicidio Poggi ma le suggestiono che l'hanno collegato al caso sono sempre state numerose. Il Santuario in passato è stato al centro di voci su festini e sospetti abusi. Gli investigatori, però, non lavorano su suggestioni ma sui dati scientifici. Tuttavia, se esiste una possibilità la vogliono esplorare, anche solo per escluderla definitivamente dalle indagini. Don Gregorio, religioso molto conosciuto nel territorio pavese, fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni: Flavius Savu e Florin Tanasie: i due, secondo le ricostruzioni fatte quando esplose il caso nel 2014, avrebbero adescato il sacerdote con l'intento di filmarlo in situazioni compromettenti per poi ricattarlo. Fecero forti pressioni sul sacerdote, che nonostante il rischio di avere un danno di immagine decise di denunciare tutto. Chiesero 250mila euro per non rendere pubblici quei video e pare che una parte di questi vennero anche pagati. L’interrogatorio di don Paolo Scevola a uno dei rumeni è stato inserito negli atti della sentenza. In un passaggio, l'investigatore del Vaticano chiede chi partecipasse a quegli incontri al centro dell'attenzione e Tanasie, dopo aver detto che vi partecipavano giovani, ma non minori, disse che "ci vanno anche donne, due donne, però io quelle non le ho viste, non ho la prova.... giovani, giovani".
Ma cosa c'entra Chiara Poggi con questo Santuario? Pare che la ragazza vi sia andata qualche volta, il che è normale per chi abita in quelle zone, ma ora gli investigatori vogliono attenzionare due ricerche fatte dalla vittima su quel Santuario pochi giorni prima di morire, esattamente alle 11.06 del 26 luglio e alle 15.41 del 1 agosto. In entrambe le circostanze aveva scaricato un'immagine del Santuario e l'aveva salvata sul pc di lavoro. Nella sentenza sul caso dei rumeni ci sono anche i nomi dell’allora sindaco di Garlasco, Pietro Farina, e dell’avvocato Massimo Lovati: nessuno dei due venne indagato ma, anzi, si sforzarono di risolvere il caso. Ma l'avvocato di recente ha detto di aver fatto un sogno in cui Chiara veniva uccisa perché era a conoscenza di un segreto sul Santuario. Stasi però non ha mai fatto riferimento a eventuali collegamenti di Chiara con il Santuario e finora nulla è emerso in tal senso.
Tra le acquisizioni che verranno fatte prossimamente per completezza di indagine ci sono anche gli audio che Paola Cappa avrebbe scambiato negli ultimi mesi con Francesco Chiesa Soprani, mandati in onda a Le Iene.