Garlasco, trovato a casa Sempio un pc "fantasma": cosa cercano gli investigatori

A maggio gli investigatori avevano trovato chiavette Usb e hard-disk mentre a settembre hanno sequestrato un computer, ora sotto indagine

Garlasco, trovato a casa Sempio un pc "fantasma": cosa cercano gli investigatori
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Dell'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi che sta conducendo la procura di Pavia si sa ancora poco. L'udienza per il termine dell'incidente probatorio è stata fissata a metà dicembre e ancora non c'è una presunta data, nemmeno ipotizzabile, per la chiusura delle indagini, quando potrà essere rivelato se ci sono altri indagati e cos'hanno davvero in mano gli investigatori su questo caso. Nel frattempo proseguono le attività di investigazione, come le perquisizioni: a fine settembre ne sono state effettuate ulteriori anche a casa dei genitori di Andrea Sempio, dove lui stesso è tornato a vivere da qualche mese, ed è qui che, come riferisce Rita Cavallaro su Il Tempo, è stato trovato un computer che era sfuggito durante la perquisizione di maggio.

In quell'occasione furono trovate pennine Usb e anche hard-disk ma non un computer in quella casa. Sempio ha spiegato agli investigatori che il computer gli è stato dato dalla società per la quale lavora in modo da poter essere operativo anche da casa ma ora quel pc è stato sequestrato e verrà sottoposto ad accertamenti. La nuova procura di Pavia non vuole lasciare nessuna ombra su questa nuova indagine per dare una verità univoca sull'omicidio di Chiara Poggi. O almeno provarci, visto che sono passati 18 anni. Per la legge esiste già un colpevole accertato con sentenza passata in giudicato, che è Alberto Stasi ma se ci fossero altre verità la procura vuole approfondirle ad approfondire. Durante la perquisizione a casa Sempio è stato trovato anche il biglietto con gli appunti su "archiviazione" e "Venditti", che ha fatto partire gli accertamenti bancari che hanno permesso di individuare i movimenti anomali sul conto corrente della famiglia Sempio. Per questo filone è indagato dalla procura di Brescia l'ex pm Mario Venditti e perquisizioni sono state fatte anche a casa dei familiari Sempio e di due carabinieri che ai tempi erano ufficiali di polizia giudiziaria.

Tra questi c'è anche l'ex maresciallo Giuseppe Spoto, che ha sostenuto di non aver "mai preso soldi dalla famiglia Sempio: non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo". Spoto ha ribadito di non essere indagato, "quindi già per il momento è una buona notizia. È stato uno shock, sicuramente, perché vedere arrivare nella propria abitazione alle sette del mattino otto persone per fare una perquisizione, per prendere un cellulare, due computer, un'agenda, le avrei potuto tranquillamente consegnare a espressa richiesta".

Sui presunti errori nelle trascrizioni, Spoto sostiene che "la frase si completava, mi sembra fosse la madre di Sempio che chiedesse al padre 'a chi dobbiamo pagare' e il padre rispondeva 'agli avvocati'. Se io ho preso soldi? Assolutamente no, perché avrei dovuto? Io ho fatto solo il mio lavoro, ho una coscienza cristallina".

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