
Quali sono stati gli elementi che hanno portato Alberto Stasi a essere condannato per il delitto di Garlasco? E quali gli indizi a carico di Andrea Sempio, sui quali si sta recentemente indagando? Questi due argomenti sono stati oggetto di una breve ma precisa disamina della criminologa Roberta Bruzzone nella prima puntata della trasmissione “Ore 14 Sera”.
“La Corte ritiene che il racconto di Stasi su quella mattina sia un racconto menzognero”, ha spiegato infatti l’esperta. Il primo elemento che ha portato alla condanna di Stasi per i giudici dell’appello bis è la perizia, secondo la quale lui non sarebbe entrato nella villetta di Garlasco alle 13.50 del 13 agosto 2007, ovvero quando segnala la scoperta del corpo. C’è poi il nodo delle scarpe pulite, sebbene consegnate 18 ore dopo il fatto, e senza tracce ematiche. “Anche laddove fossero state completamente essiccate, avrebbero dovuto, ancor più, a maggior ragione recare traccia del suo passaggio, visto che lui fa anche un percorso abbastanza ampio all’interno della scena”, ha illustrato Bruzzone.
Ci sono poi i pedali della bicicletta “Umberto Dei” bordeaux e oro di Stasi: non sarebbero quelli di serie e sarebbe stata trovata una quantità importante del Dna della vittima Chiara Poggi. Così come materiale biologico di Poggi ci sarebbe stato sul dispenser di sapone, ma non le sue impronte, al contrario delle impronte di Stasi, ritenuto l’ultimo utilizzatore.
La criminologa ha chiarito l’ipotesi processuale: “L’ipotesi anche qui che, secondo i giudici, ha trovato conferma è quella - visto che c’è chiaramente traccia dell’orma insanguinata sulla famosa scarpa Frau numero 42 proprio sul tappetino - che effettivamente l’assassino si sia recato lì, avendo le mani sporche di sangue, come emerge chiaramente dalla famosa foto sulla scapola di Chiara. Che poi purtroppo non ha sortito ulteriori approfondimenti perché quella traccia è andata dispersa, però effettivamente dimostra che sicuramente l’assassino aveva bisogno di lavar via il sangue dalle mani. Ragion per cui in quel momento, lì davanti al lavabo, c’è l’assassino. E l’ultimo soggetto ad aver toccato il dispenser è appunto Alberto Stasi, secondo gli elementi che sono sorti dall’inchiesta che si è svolta all’epoca”.
Da parte sua su Sempio, unico indagato da marzo 2025, gravano alcuni indizi. Sempio è stato iscritto per la terza volta nel registro degli indagati, e si ipotizza un concorso in omicidio con Stasi - con il quale non ci sarebbe stata conoscenza - o con ignoti.
Il primo indizio consiste nel materiale subungueale sulla vittima, esaminato nella perizia dell’appello bis, materiale che all’epoca non venne ritenuto utile a fine comparativi perché troppo degradato e aveva dato in tre occasioni risultati diversi. C’è poi l’impronta 33 sul muro delle scale per la cantina, impronte che è stata evidenziata con ninidrina, “un reagente che si lega alla componente amminoacidica delle impronte”, tanto da venir usata anche per impronte vecchie perché la componente amminoacidica tende a essere più stabile e a legarsi in maniera più duratura alle superfici. L’impronta 33 non venne ritenuta utile a fini comparativa per mancanza di informazioni sufficienti, ma la nuova consulenza l’ha attribuita a Sempio. All’epoca i test diedero esito negativo sulla presenza di sangue.
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Infine ci sono delle telefonate verso casa Poggi nei giorni precedenti all’omicidio, chiamate con pochi secondi di conversazione, e uno
scontrino che avrebbe attestato la presenza di Sempio a Vigevano quella mattina, ma che secondo gli inquirenti potrebbe non essere attribuibile all’indagato, bensì a sua madre Daniela Ferrari.