Garlasco, consegnati i reperti a periti e consulenti. La data in cui verranno analizzati

Nelle buste consegnate agli esperti ci sono le fascette para-adesive con cui all'epoca i Ris repertarono le impronte sulla scena del crimine. Saranno aperte il prossimo 17 giugno

I Ris tornano a Garlasco per ricostruire le traiettorie delle tracce di sangue con nuovi strumenti
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Si è conclusa pochi minuti fa la consegna della prima parte dei reperti al centro dell'incidente probatorio sull'omicidio di Garlasco, in programma il prossimo 17 giugno. I consulenti nominati dalla Procura di Pavia, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani, in mattinata si sono recati presso gli uffici dei carabinieri di via Moscova a Milano, per ritirare le buste contenenti le 60 fascette para-adesive utilizzate all'epoca del delitto dai Ris per rilevare le impronte sulla scena del crimine. Nel pomeriggio gli esperti ritireranno all'istituto di medicina legale di Pavia la seconda parte dei reperti. Si tratta dei resti della colazione consumata da Chiara Poggi la mattina dell'omicidio e quelli mai analizzati della spazzatura ritrovata nella villetta di via Pascoli, teatro dell'aggressione mortale.

"Il Ris non sbagliò niente"

Alla consegna dei reperti erano presenti il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris e ora consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato con l'ipotesi di omicidio in concorso nella nuova inchiesta, e l'ex ufficiale del Ris Marzio Capra, oggi consulente della famiglia Poggi. "Vedremo quali tracce esistono e come sono state conservate - ha dichiarato Garofano uscendo dalla caserma - Credo che nella strategia della procura ci sia una rivisitazione e una verifica di tutto quello che è stato fatto allora. Ben venga". L'ex comandante del Ris si è detto "convinto" che tutto il lavoro svolto all'epoca dai suoi collaboratori "sia stato fatto bene", respingendo con forza le "tante polemiche e tante strumentazioni che ci sono state in questi giorni".

"Laser e 3D erano stati già utilizzati"

Garofano ha commentato anche il sopralluogo di lunedì scorso nella villetta di Garlasco, precisando che laser e scanner 3D erano "già stati utilizzati nel 2014 e 2015", durante il processo d'appello bis che portò alla condanna di Alberto Stasi. Pertanto, ha ribadito l'ex comandante dei Ris, "non c'è nessuna novità". Riguardo ai reperti, invece, il consulente di Sempio confida che "l'aumentata sensibilità delle tecniche" possa favorire l'individuazione di "altri profili" di tutti coloro che frequentavano quella casa ma che, a detta dell'esperto, "non hanno alcuna responsabilità nell'omicidio".

"L'impronta 10? Siamo al limite"

Al centro dell'incidente probatorio c'è l'impronta, classificata con il numero 10, rilevata sulla maniglia interna della porta della villetta. L'ipotesi, ancora da verificare, è che si tratti della "mano sporca" dell'assassino (non è stata attribuita né all'attuale indagato né ad Alberto Stasi). "I risultati dall'impronta 10? Siamo veramente al limite del limite del limite", ha commentato Maurizio Capra, il consulente della famiglia Poggi, rispondendo alle domande dei cronisti.

Poi sui reperti contenuti nelle buste: "Vediamo cosa ci sarà dentro. - ha concluso Capra - Acquisiremo tutti i vari verbali, che oggi si sono ritirati, ma senza entrare nel dettaglio delle discussioni".

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