I parenti delle vittime delle Br si appellano a Nordio: "Intervenga contro la vergogna francese"

Roberto Della Rocca, uno dei sopravvissuti agli attentati, è sicuro: "Non ha fondamento giuridico". L'ira del figlio del macellaio ucciso in Veneto: "Disgraziati, così non c'è giustizia"

I parenti delle vittime delle Br si appellano a Nordio: "Intervenga contro la vergogna francese"

Nessuna sorpresa dalla Cassazione francese, ma fa indignare parecchio la conferma del rifiuto all'estradizione dei 10 ex terroristi rossi degli anni di Piombo in Italia. Lo schiaffo delle toghe al nostro Paese è stato comprensibilmente preso con grande irritazione e sconcerto sia da parte dei parenti delle vittime sia da chi è riuscito a sopravvivere a quei momenti terribili che portano la firma delle Br. Le polemiche sono una conseguenza naturale, così come l'appello alle istituzioni italiane per tentare di porre rimedio alla decisione francese.

Il sopravvissuto: "Nordio intervenga"

Per Roberto Della Rocca, uno dei sopravvissuti agli attentati delle Brigate rosse, si tratta di una vera e propria "vergogna" che dal suo punto di vista "non ha fondamento giuridico". Ecco perché il presidente dell'Associazione nazionale vittime del terrorismo ha fatto appello al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, "affinché la giustizia italiana intervenga". E alla Francia ha rivolto una domanda ben precisa: "Se fosse successa la stessa cosa al contrario con le vittime del Bataclan?".

È stata dunque dura la presa di posizione di Della Rocca, che ha chiesto al Guardasigilli di prendere di petto la questione contro la scelta della Cassazione francese che sta già facendo discutere. L'uomo, che lavorava per Fincantieri, nel 1980 venne ferito gravemente a una gamba a causa di un agguato terroristico alle spalle avvenuto sotto la propria abitazione.

Sabbadin: "Sono dei disgraziati"

Altrettanto netta è stata la reazione di Adriano Sabbadin che, come riportato dall'Ansa, non ha preso affatto bene la decisione partorita in Francia: "Sono dei disgraziati, perché non c'è giustizia così". Il figlio di Lino - il macellaio ucciso nel 1997 in Veneto in una rapina organizzata da membri del gruppo Proletari Armati per il Comunismo - non si è detto sorpreso ma si è comunque rivolto ai giudici: "Ci dicano allora quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone".

Campagna: "L'Italia faccia tutto il possibile"

Anche Maurizio Campagna è apparso sconsolato, anche se ha fiducia nell'ultimo appiglio di speranza dopo il rifiuto all'estradizione: "Ora speriamo di non aver perso l'ultima chance. La giustizia italiana faccia tutto il possibile affinché queste persone vengano ad espiare le loro colpe in Italia com'è giusto che sia". Maurizio è il fratello di Andrea, l'agente di pubblica sicurezza ucciso nel 1979 a Milano in un attentato rivendicato poi dai Proletari Armati per il Comunismo.

Di Cataldo: "Vogliono fare luce sugli anni di Piombo?"

Alberto Di Cataldo si è detto interessato alla pena in sé fino a un certo punto, mentre ha puntato l'attenzione sulla necessità di restituire la verità su quanto realmente accaduto: "La vera partita non è l'estradizione quanto misurare se queste 10 persone daranno un contributo per capire quanto è successo in quegli anni". L'omicidio ai danni del maresciallo Francesco di Cataldo, il padre di Alberto, fu commesso a Milano il 20 aprile 1978 dalle Br.

Iosa: "La Francia ci prende in giro"

Non aveva molta fiducia sull'esito della scelta da parte della Cassazione francese, ma Cristian Iosa è comunque turbato anche perché in Francia "c'è stata una politicizzazione, una strumentalizzazione politica per tutelare chi ormai vive là da decenni".

Il figlio di Antonio (ex esponente della Dc che venne gambizzato) l'ha bollata come "l'ennesima presa in giro" e ha puntato il dito contro i "vigliacchi che hanno deciso semplicemente di scappare per non affrontare il giudizio in Italia".

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